La discarica africana dei migranti per conto dell’Europa

Prelevati per strada in pieno giorno, scaraventati in un furgone e poi a bordo di autobus nella notte portati in mezzo al deserto e lì abbandonati. Con i soldi e i mezzi forniti dall’Ue e dai suoi Stati membri (Italia inclusa), consapevole di queste pratiche barbare da parte delle autorità di Tunisia, Marocco e Mauritania. È un’accusa durissima quella lanciata da un’inchiesta condotta da un consorzio cui hanno partecipato il sito di indagini giornalistiche Lighthouse Report insieme a grandi testate internazionali (tra cui il Washington Post, Der Spiegel, Le Monde, El Pais, il canale pubblico tv tedesco Ard). Il titolo la dice tutta: «Desert Dumps», «scaricamenti nel deserto». Un’indagine condotta anche sul campo e intervistando una cinquantina di sopravvissuti.

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A questo punto si rafforzano i pesanti interrogativi sulla cooperazione dell’Ue con questi tre Paesi nordafricani nel tentativo di fermare i flussi verso l’Europa. Basti ricordare che l’EU Trust Fund finanzia per un totale di circa 400 milioni di euro i tre Paesi in questione per la gestione della migrazione. Il che vuol dire infrastrutture detentive, controllo delle frontiere, veicoli, addestramento delle guardie di frontiera e costiere. «Sappiamo – dice una portavoce della Commissione – che la situazione costituisce una sfida per alcuni Paesi partner dell’Ue e restiamo impegnati alla collaborazione». Tuttavia, «il rispetto per i migranti è fondamentale, l’Ue si aspetta che i partner rispettino questi diritti, compreso il principio di non respingimento». Quello che fa l’Ue è piuttosto finanziare i rimpatri volontari con l’ausilio di Oim e Acnur verso i Paesi di origine.

Su una cosa, però, la Commissione non risponde: è o no al corrente delle “deportazioni”? L’inchiesta cita vari documenti. Uno è di Frontex (l’agenzia delle frontiere esterne Ue) del 2 febbraio 2024, in cui si cita un rapporto Onu sulla discriminazione, la violenza eccessiva, la deportazione forzata nel deserto di migranti irregolari da parte del Marocco. Anche un documento della Commissione del 19 dicembre 2019 parla di una «campagna di repressione lanciata nel 2019 contro migliaia di migranti» in Marocco. E pure il rapporto di una delegazione europarlamentare dopo una visita in Mauritania del dicembre 2023 conferma le deportazioni. Accusa molto grave nei confronti della Spagna: le autorità mauritane e funzionari spagnoli concorderebbero le liste dei migranti da deportare. La Commissione Europea dovrà trovare risposte più convincenti. (dal quotidiano “Avvenire” – Giovanni Maria Del Re)

Non ci voleva molta fantasia per immaginarlo, ma i dubbi stanno diventando atroci. Questa sarebbe la Ue per la quale andiamo a votare il prossimo giugno? Cosa rispondono i nostri attuali parlamentari europei? Cosa ci stanno a fare a Strasburgo? Cosa ne dice Paolo Gentiloni, componente italiano della Commissione europea? Cosa ne dice Ursula von der Leyen al di sotto del suo smagliante sorriso? Cosa ne dicono gli Stati membri della Ue? Cosa ne dice il governo italiano che si riempie la bocca di sinergie con i Paesi africani? È questa la nuova versione della politica di Enrico Mattei che si scaravolterà nella tomba?  È questa la gestione intelligente del fenomeno migratorio? É questo l’esempio di rispetto dei diritti umani che l’Europa dà al mondo?

Mi auguro che siano soltanto gravissimi ed inconcepibili incidenti di percorso, ma temo ci sia sotto un andazzo raccapricciante. Probabilmente partirà uno schifoso gioco allo scaricabarile fra Ue e Stati membri, che renderà ancora più inaccettabile il sistema istituzionale e politico europeo. Altro che rimpallo nell’accoglienza, qui c’è accordo per il più barbaro dei respingimenti.

Credo che papa Francesco abbia fiutato da tempo l’aria che tira ai massimi livelli verso i migranti. Mi appello a lui. Ricordo quando si rifiutò di partecipare diverso tempo fa ad un convegno. Basti al riguardo riandare ad un commento che riporto di seguito. «Se c’è Minniti, allora non vado io». Dopo tre mesi si scopre il motivo per cui papa Francesco, oltre alla «gonalgia acuta» al ginocchio che già lo tormentava, ha deciso di non partecipare all’incontro finale fra vescovi e sindaci del Mediterraneo, che si è svolto a Firenze domenica 27 febbraio: la presenza dell’ex ministro degli Interni Marco Minniti, definito da Bergoglio senza mezzi termini «criminale di guerra» – visto il suo attuale impegno come presidente della Fondazione “Med-Or”, creatura di Leonardo spa, la principale azienda armiera italiana – nonché “padre” degli accordi fra Italia e Libia che consentono di respingere i migranti nei «campi di concentramento» allestiti nel Paese nordafricano (il Manifesto).

Chiedo anche a Sergio Mattarella di alzare la voce, altrimenti i suoi pur apprezzabili appelli al voto europeo diventano una altolocata burla.

Alla luce di questi fatti si comprendono i silenzi europei sulle guerre in corso. Volete che i servizi segreti russi e israeliani non conoscano per filo e per segno queste vicende? Sono convinto da sempre che Putin abbia nel cassetto enormi possibilità di ricatto verso l’Occidente e l’Europa. Stesso discorso vale per Netanyahu. Ecco perché si permettono di andare contro tutto il mondo. Perché il mondo è peggio di loro!

E io dovrei in giugno recarmi alle urne facendo un atto di fede verso l’Europa? Cosa farebbero i pionieri dell’Unione europea? Ricomincerebbero tutto da capo. E allora aspetto che qualcuno ricominci da capo. Poi si vedrà…