Ha trascorso tutta la sua vita a Parma abitando costantemente in Oltretorrente.
Ha svolto la sua intensa attività professionale nel movimento cooperativo di ispirazione cristiana occupandosi, oltre che di problemi amministrativi e fiscali, di formazione professionale, di cultura, di solidarietà sociale.
Raggiunta l’età della pensione, ha continuato a dedicarsi ad attività sociali, ma ha dato anche libero sfogo alla sua passione di scrivere, sempre modestamente ma ostinatamente coltivata.
Ha infatti collaborato in passato al settimanale “Vita nuova” nel periodo post-conciliare, carico di speranze e di aperture.
E’ stato fra i promotori e collaboratori del settimanale “Parmasette” a metà degli anni settanta. Ha collaborato, nel passato remoto e recente, ad altri periodici.
Ha scritto i suoi ricordi, cominciando con un libro brillante e simpatico sugli insegnamenti paterni: “Mio padre” il titolo di questa pubblicazione, uscita nell’aprile 2009, a scopo benefico, che ha incontrato un discreto successo.
Ha presentato un secondo libro “La tela di Lavinia”, alla fine del 2009, sulla vita di sua madre, un vero e proprio piccolo romanzo, che ha per protagonista appunto “Lavinia” nei suoi intrecci di vita familiare e parentale.
E’ arrivato alla sua terza esperienza con “Le luci di Lucia”: uno zibaldone di ricordi dedicati con ammirazione, affetto e nostalgia alla intensa vita della sorella Lucia.
Nel 2008 ha svolto una indagine sul Berlusconismo dilagante intitolata “È fascismo? Alla sinistra l’ardua opposizione”, con citazioni, analisi, argomentazioni, critiche e proposte in un lavoro di ricerca fatto di (s)tentata scientificità e conclamata passione politica.
Ha collaborato per diverso tempo alle iniziative editoriali di Luciano Scaccaglia (molti importanti libri di teologia biblica e opuscoli che raccolgono le omelie di questo scomodo sacerdote), a cui era legato da grande amicizia e di cui condivideva lo stile pastorale nonché l’impostazione delle scelte di fede e di testimonianza cristiana.
Ha collaborato alla redazione di un libro sulla vita dello zio sacerdote, “Don Ennio Bonati, sacerdote, scout, teologo”: il perno umano e culturale nonché il santo protettore di una famiglia, la cui storia, a livello di ascendenti e discendenti, non finisce mai di sorprendere e di affascinare per la continua, forte e vivace riproposizione di valori ed insegnamenti.
Ha recentemente curato una pubblicazione intitolata “Dal pretaccio al papaccio, il passo è breve” che rivaluta, in modo quasi pittoresco, la predicazione e l’azione di Luciano Scaccaglia alla luce degli indirizzi pastorali di papa Francesco. Alla vita di questo sacerdote è dedicato anche il libro intitolato “Il coraggio di fondere il sacro con la vita”.
Una corposa avventura editoriale riguarda l’analisi critica del “Sinodo sulla famiglia”: il titolo “Tanto tuonò che non piovve” è tutto un programma. Il libro documenta e giustifica il rapido ed inopinato cambio di marcia, raccogliendo analisi, giudizi e valutazioni sulle due fasi del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia. Il taglio, il tono, l’impaginazione, la grafica, le immagini segnano volutamente una discontinuità fra le due sezioni: la prima, pur senza soverchie illusioni, esprime una sorta di documentata ed articolata ansia di rinnovamento; la seconda, pur senza inutili catastrofismi, evidenzia tutta la delusione per un’occasione quasi mancata. Alla fresca aria di novità della convocazione del Sinodo da parte di un Papa nuovo di zecca fa malinconico riscontro una pesante cappa di continuismo burocratico ed affaristico in barba alle decise spinte bergogliane. Il libro offre ai lettori una disincantata e provocatoria ricostruzione del Sinodo, che non pretende riconoscimenti di assoluta obiettività, ma desidera soltanto critica accoglienza verso una dichiarata ansia di vedere la Chiesa finalmente al passo coi tempi, non per adeguarsi ad essi ma per leggerne i segni.
Il libro, “Non è bello ciò che è bello…ma è bello ciò che è pace”, contiene riflessioni scomode sul terrorismo islamico: l’autore, con questa sua mini-inchiesta, è partito da una pagina di Tiziano Terzani, uno scrittore stupendo, morto da qualche tempo, scritta in risposta alle dotte ma strampalate analisi di Oriana Fallaci sull’Islam, l’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle. È diventato il leitmotiv di riflessioni allargate alle idee di scrittori, filosofi, scienziati, giornalisti, commentatori, uomini di cultura e di Chiesa, pubblicate dal quotidiano “la Repubblica”. Ogni capitolo, preceduto da uno stralcio della lettera di Terzani, è ricco di citazioni: una ricerca di idee, tesi, interpretazioni. Il libro, peraltro aggiornato con l’addendum “Il paradosso: l’amore ci divide…la violenza ci accomuna”, si propone come utile strumento di approfondimento sulle problematiche incandescenti riconducibili al “terrorismo di matrice islamica”, sintetizzabile nello slogan “dalle torri gemelle alle violenze gemelle”.
La sezione libri contiene poi l’immaginario dialogo tra un trolley ed uno smartphone intitolato “Che strana gioventù…”: un brillante processo ai giovani d’oggi tra luoghi comuni, forti provocazioni, pessimismo di maniera, ottimismo di facciata, realismo quasi disperato, lumi di speranza.
Sul sito sono stati inseriti anche un toccante libro di ricordi dedicato all’indimenticabile amico Gian Piero Rubiconi, “Correggimi se non sbaglio” e una raccolta aneddotica di ricordi del padre Ernesto dall’eloquente titolo “Fiól ‘d mè pädor”.
Merita una segnalazione infine l’impegnativa indagine sulla Brexit e il rischio sfascio dell’Europa dal titolo “È populismo? Agli europeisti l’ardua sentenza”.
L’animo, lo stile, le idee e la mentalità di Ennio Mora emergono con grande evidenza dagli scritti raccolti, catalogati e fedelmente riportati in questo sito: una sorta di invitante salotto in cui il visitatore viene introdotto, con tanta semplicità di modi, ma con altrettanta vivacità di contenuti.