La tempesta nel bicchiere omosessuale

«Nessuna benedizione per le coppie omosessuali nelle Chiese africane», così si intitola il documento pubblicato oggi a firma del cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa, in qualità di presidente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Sceam), quale risposta collettiva delle Chiese del continente a Fiducia supplicans, la dichiarazione del Dicastero per la dottrina della fede dello scorso 18 dicembre che ha aperto alla possibilità di benedizioni pastorali – non liturgiche o rituali – di coppie irregolari, comprese coppie omosessuali. (dal quotidiano “Avvenire”)

Non sarebbe meglio se i vescovi africani smettessero di polemizzare (!) su un provvedimento che rappresenta il “minimo sindacale” cattolico per i soggetti omosessuali e magari si preoccupassero del noto fenomeno africano (e non solo) delle violenze sessuali ai danni delle giovani religiose?

Nel 2022, suor Mary Lembo, religiosa togolese della Congregazione delle suore di Santa Caterina d’Alessandria, ha pubblicato un libro molto interessante: “Religieuses abusées en Afrique” (Edizioni Salvator, Parigi 2022). Si tratta della tesi di laurea che la religiosa ha discusso nel settembre 2019 alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, per la quale ha ricevuto una menzione speciale al premio Henri De Lubac 2021.

Si tratta di un “j’accuse” implacabile verso numerosi sacerdoti africani, colpevoli di abusi di vario tipo nei confronti di giovani religiose. La ricerca di suor Mary è limitata a cinque Paesi, quattro dell’Africa occidentale e uno dell’Africa orientale. La religiosa togolese ci parla di cinque tipi di abuso: abuso sessuale, abuso fisico ed emotivo, abuso di potere, abuso di fiducia e violenze sessuali (tra cui lo stupro). Sono centinaia le donne africane (suore, aspiranti o novizie) che hanno subito violenza da parte di sacerdoti o religiosi, ma suor Lembo ha preferito limitarsi a raccontare le storie di nove persone, alle quali ha dato dei nomi di fantasia: Becky, Solange, Anita, Innocente, Martha, Jessy, Liberia, Regina e Corinne. La loro età va dai venti ai quarant’anni; tre di loro erano giovani in formazione e sei erano già suore.

 Ciò che accomuna le storie di tutte queste vittime è la loro situazione d’inferiorità economica e sociale rispetto a quella dei sacerdoti, che hanno un potere non solo economico, ma anche gerarchico. (Focus on Africa) 

Papa Francesco sta facendo goffamente i salti mortali per alleggerire quella che sarebbe una sua imperdonabile apertura in materia di omosessualità. Forse anche lui farebbe meglio a (pre)occuparsi di violenza sessuale nei confronti delle suore intervenendo a gamba tesa su una vomitevole, squalificante e scandalosa questione. Da una parte il rigore morale e dall’altra il tacito permissivismo (almeno così appare…). Due pesi e due misure. Invece di disquisire teologicamente su certe tematiche sarebbe opportuno riandare al Vangelo: “Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.  Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.  Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito»”.