L’opportunismo statunitense e il ventriloquismo italiano

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto un ”cessate il fuoco immediato” per la guerra tra Israele e Hamas, aggiungendo che ”gli occhi del mondo e gli occhi della storia guardano”. “E’ tempo di agire”, ha detto intervenendo al Consiglio di sicurezza dell’Onu riunito per votare una risoluzione sul cessate il fuoco. ”La brutalità dimostrata da Hamas non deve essere utilizzata come una giustificazione per la punizione collettiva del popolo palestinese. Il lancio indiscriminato di razzi da parte di Hamas contro Israele e l’uso di civili come scudi umani non assolvono Israele dalle sue stesse violazioni”, ha aggiunto Guterres, sottolineando il fatto che Israele deve ”rispondere nei limiti di quanto prevede il diritto internazionale”.

“La gente di Gaza sta guardando nell’abisso. La comunità internazionale deve fare tutto il possibile per porre fine a questa dura realtà”, ha proseguito Guterres. Rivolgendosi al Consiglio di sicurezza dell’Onu ha poi chiesto di ”non risparmiare alcuno sforzo per ottenere un cessate il fuoco umanitario immediato per la protezione dei civili e per la consegna urgente di aiuti salvavita”.

”A Gaza stanno finendo le scorte di cibo” e ”ai palestinesi viene chiesto di muoversi come palline da flipper, rimbalzando verso aree sempre più ristrette del sud senza alcune base per la sopravvivenza”, ha affermato, sottolineando che ”a Gaza nessun posto è sicuro”. Inoltre, ha aggiunto, per la popolazione di Gaza ”servirebbero 40 camion al giorno con scorte alimentari al giorno, molti di più rispetto a quanti oggi” ne entrino nell’enclave palestinese.

C’è un ”serio rischio che si aggravino le minacce al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale” come conseguenza della guerra tra Israele e Hamas. ”Abbiamo già assistito a ripercussioni in Cisgiordania, in Libano, Siria, Iraq e Yemen. Esiste chiaramente, a mio avviso, il serio rischio che si aggravino le minacce esistenti al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”. (adnkronos)

La risoluzione che accoglieva l’appello di Guterres è stata bloccata dal veto statunitense col pretestuoso appunto della mancanza di condanna esplicita per l’opera terroristica di Hamas. La condanna del terrorismo non ha bisogno di questi formali appigli. Ha perfettamente ragione Guterres: il comportamento di Hamas non giustifica le violazioni di Israele. Se andiamo avanti di questo passo faremo ai terroristi il piacere di scatenare una guerra mondiale.

L’atteggiamento di Biden è ondivago e opportunistico: potrà essere rieletto presidente con i determinanti voti degli ebrei, ma risponderà davanti alla storia di scelte sciagurate e insensate. Possibile che in Occidente non si comprenda la gravità della situazione e ci si intestardisca in una difesa aprioristica del governo israeliano, che oltre tutto non sembra interpretare affatto il vero sentimento del popolo, limitandosi a rispondere all’odio con l’odio.

Fino a quando continueremo a considerare filo-Hamas chi osa chiedere sforzi diplomatici ed umanitari per uscire dal tunnel? La mia coscienza mi impone di azzardare qualche passo di pace e quindi sto con Guterres e mi riconosco nelle sue equilibrate posizioni. Accusiamo sempre l’Onu di inconcludenza e, quando dall’Onu arriva una proposta seria, la respingiamo per motivi di realpolitik (che oggi significa appoggio pregiudiziale e incondizionato a Israele).

Da una parte si rischia di arrivare gradualmente ad un vero e proprio conflitto mondiale; dall’altra si fomenta indirettamente l’antisemitismo, purtroppo sempre presente nel mondo, fornendo un assist ai montanti sovranismi e populismi.

Oggi, per chi ha senso un antisemitismo “insensato”? Anzi tutto per i sistemi nazionalisti e populisti, che da un lato appoggiano Israele ma dall’altro alimentano la polarizzazione sociale, il razzismo e la divisione tra “noi e loro”. L’idea dell’altro come invasore, il mito della sostituzione etnica per cui il pericolo per le nostre società europee arriva da fuori, sono elementi che creano discriminazione e minano l’edificio dell’uguaglianza. Anche se apparentemente oggi questa mentalità di esclusione non tocca gli ebrei, in realtà produce quelle radici di divisione che sono un pericolo per tutte le minoranze. (dal quotidiano “Avvenire” – Milena Santerini)

Paradossalmente il filo-ebraismo di facciata nasconde un deleterio manicheismo nei rapporti internazionali.  Il governo italiano sta portando avanti questo disgraziato atteggiamento di supino allineamento agli Usa e ad Israele (più filo-americani degli americani, più filo-israeliani degli israeliani), senza alcun sforzo di dialogo e di intermediazione pacifica. Penso che mai nella storia italiana si sia registrato una simile genuflessione filo-occidentale: il tutto per ottenere appoggi e consensi internazionali ad un governo che non li merita.

Perché non esprimere nemmeno una parola di apprezzamento e di sostegno a Guterres e all’Onu? Perché limitarsi a sfruttare opportunisticamente la scia degli Usa? Perché rinunciare a svolgere un ruolo propositivo e originale a livello europeo? La posizione italiana è sempre stata molto importante e non va sciupata in un pedissequo ventriloquismo del più forte alleato.

Persino la posizione di M5S e PD non riesce a dare un minimo di voce e di rappresentanza politica alle istanze di chi vorrebbe distinguersi rispetto alla finta melassa filo-israeliana, per la paura di essere tacciati come amici del giaguaro terrorista e di essere isolati dal coro occidentale. Se la sinistra non si distingue su questi qualificanti punti politici, rischia di snaturarsi sopportando le evidenti stonature belliciste.