La destra estrema dichiarata e quella camuffata

Colpo di scena nei Paesi Bassi. Il partito della libertà (Pvv) di Geert Wilders è stato il più votato nelle elezioni legislative anticipate per il rinnovo della Tweede Kamer del Parlamento, la camera bassa (che conta 150 membri), ottenendo ben 37 seggi. Un successo più ampio di quanto “anticipato” dai sondaggi che hanno preceduto il voto. Un ribaltamento inatteso, con Wilders spesso considerato la “pecora nera” della politica olandese. 

(…)

Wilders ha ottenuto più voti a Rotterdam, insieme ad Amsterdam la città più densa di immigrati, dove erano stati messi seggi elettorali anche nelle moschee e nella provincia del Nord Brabant. Dalle prime interviste dopo le elezioni è risultato che il 52% dei suoi elettori ha votato per la fermezza contro l’immigrazione, il 60% per riacquistare i valori persi, la maggior parte per le promesse sulla sanità da risanare, migliore assistenza per gli anziani, più case per i giovani; e un governo affidabile, come non lo era più quello precedente. Il problema adesso è la formazione di un nuovo governo, un nodo difficile da sciogliere, che probabilmente durerà mesi e mesi, aggravato dalla grande frammentazione del voto. (dal quotidiano “Avvenire” – Maria Cristina Giongo) 

Viene spontanea una prima domanda: perché la gente si affida alla destra estrema per risolvere i problemi? Passi per le demagogiche ricette anti-immigrazione, ma quanto ai valori persi, alla sanità da risanare, all’assistenza agli anziani, alle case per i giovani…

La risposta che trovo è double face: da una parte l’abilità della destra a riscoprire e riciclare la sua illusoria sensibilità sociale. Quando mia madre timidamente osava affermare che Mussolini aveva fatto anche qualcosa di buono, vale a dire ad esempio nel settore della maternità e dell’infanzia, mio padre non negava, ma riportava il male alla radice e quando la radice è malata c’è poco da fare. Ormai manca la capacità di andare alla radice della politica e quindi si ragiona in termini estemporanei e superficiali rincorrendo anche il più pericoloso dei demagoghi.

Dall’altra parte l’incapacità sempre più evidente della sinistra di coniugare modernità e socialità e di conseguenza non facendo più breccia nel cervello e nel cuore della gente frastornata da questo assordante silenzio. Si tratta di una enorme responsabilità, che non perdono alla sinistra, arrivando ad isolarmi con tutti i rischi conseguenti, sperando sempre che succeda qualcosa (e cos’altro deve succedere che non sia già successo…).

Mi auguro che il parlamento olandese trovi il modo democratico per evitare la deriva di destra emergente dalle urne: non sarà facile, ma a volte il pericolo ravviva la fantasia. Stiamo a vedere con un certo interesse come evolverà la situazione anche perché non si può essere indifferenti: tutto ha ripercussioni a livello mondiale, europeo e italiano.

Una seconda domanda riguarda il perché nel nostro Paese la destra estrema sia stata così facilmente sdoganata e portata ripetutamente al governo fino ad arrivare ai giorni nostri in cui la destra estrema spadroneggia nelle istituzioni, nei media, nella società.

Oltre alla già sottolineata debolezza della sinistra, in Italia bisogna aggiungere la responsabilità storica del berlusconismo che ha saputo coinvolgere l’estremismo di destra in un populistico affarismo o in un affaristico populismo, sdoganando la destra fino al punto da rimanerne vittima irreversibile ben prima della morte di Silvio Berlusconi. L’anomalia berlusconiana sta continuando a produrre i suoi effetti perversi, fra i quali inserisco proprio quello di avere creato uno spericolato link tra moderatismo ed estremismo: un autentico e deleterio capolavoro politico.

Dopo la lunga gattopardesca parentesi finiana tutto è tornato più o meno nel solco delle nostalgie antistoriche: questa è la seconda ragione dell’estremismo italiano fatto governo, la mancanza di cera nelle orecchie degli italiani per resistere alle sirene del neo-fascismo. Tutto sommato infatti il popolo italiano non si è creato gli anticorpi e rischia i virus di ritorno, non meno seri e pericolosi rispetto a quelli originari. Negli altri Paesi europei l’estremismo di destra c’è, ma almeno si vede ed è più facile combatterlo. In Italia c’è, governa, si sta sempre più legittimando all’esterno e all’interno, sta mettendo radici culturali e sociali.

All’indomani della storica sconfitta della nazionale calcistica italiana con la Corea, qualche tifoso sfegatato arrivò ad ipotizzare l’emigrazione in qualche altro Paese europeo per lavare l’onta subita. Può darsi che qualche ingenuo olandese pensi di emigrare in Italia per liberarsi dell’ipoteca di Geert Wilders. Personalmente preferisco guardare la destra estrema con gli occhiali giusti, vedendola per quello che è. Quindi, quasi-quasi- invidio gli olandesi, che possono combatterla a viso aperto con tanti rischi, ma almeno con un po’ più di chiarezza.