Giorgioni e Gentiletti

Un passo di lato sugli attacchi politici ma uno in avanti in Europa per sbloccare il dossier sull’accordo tra Ita Airways e Lufthansa. Nei giorni scorsi il commissario europeo Paolo Gentiloni ha ricevuto forti critiche dai massimi esponenti del governo. Prima il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che lo ha accusato di non indossare la maglia della nazionale sui tavoli dell’Ue, poi quelle della premier Meloni, secondo la quale Gentiloni non avrebbe un occhio di riguardo verso il suo Paese. Così al G20 in India, mentre con la presidente del Consiglio ha scambiato solo una rapida stretta di mano, con il ministro dell’Economia si è seduto al tavolo per una ventina di minuti. E Giorgetti si è defilato dalle critiche dei suoi colleghi dell’esecutivo: «Sugli attacchi politici che ti arrivano io non voglio entrare e non mi interessa giudicare», avrebbe detto il titolare del Mef a Gentiloni, come rivela il Corriere della Sera. (dal sito Open)

Mentre il governo blatera contro Gentiloni e la sua mancanza di italianità Giorgetti tratta realisticamente con lui. Il ministro dell’economia si smarca sempre più rispetto al governo di cui fa parte. I rapporti con l’Unione Europea nella persona di Paolo Gentiloni, Commissario con delega agli Affari economici, rappresentano l’occasione per mostrare il volto dialogante e collaborativo del governo italiano? Sembrerebbe proprio di sì.

Prescindo dal merito dei problemi sul tappeto euro-italiano per tentare fantapoliticamente una spiegazione. Non è che Gentiloni voglia incarnare l’anima governista della sinistra e Giorgetti l’anima ragionevole della destra? Bolle qualcosa in pentola in vista delle prossime elezioni europee? Si sta configurando l’auspicio italiano verso equilibri europei interpretati magari da un ritorno di Draghi nella Commissione europea?  C’è l’intento di togliere la politica italiana dalle secche di polemiche inutili e dannose per approdare ad acque più tranquille?

Siamo in presenza di prove per un’edizione riveduta e corretta del consociativismo di novecentesca memoria? Tutto sommato ne sarei molto interessato perché non ne posso più della politica inconcludente e parolaia della destra e della sinistra. Se andassero definitivamente a casa i Vannacci  e i Contacci, avremmo tutto da guadagnare. Si sta pensando ad un compromesso storico tra la Lega democratizzata e il Pd finalmente centrato (si badi bene non centrista)? Il tutto per aprire una stagione di solidarietà nazionale per poi arrivare ad un bipartitismo tendente alla perfezione?

Sto fantasticando o farneticando? Penso che gli elettori capirebbero e tirerebbero un respiro di sollievo. La politica ritroverebbe una dimensione accettabile e uscirebbe dalla ricerca di identità perdute per puntare al confronto sui problemi e sui programmi.

Gentiloni e Giorgetti avranno le qualità e il coraggio per guidare una nuova fase politica? Sperare costa poco! La speranza è l’ultima a morire. Però è anche vero che chi vive sperando muore… O come mi sono divertito, o come mi sono divertito…   In fin dei conti non pretendo l’impossibile, mi accontento di una politica ragionevole.