La pompiera di Viggiù

Il governo è al lavoro, ma c’è chi approfitta del disagio sociale per fare propaganda politica. Si surriscalda il clima in Aula alla Camera durante il question time sul reddito di cittadinanza. «Questo governo, attraverso l’incentivo al lavoro e il sostegno necessario ai nostri concittadini più fragili, impiega ogni ora del suo tempo per contrastare e ridurre quel disagio sociale su cui qualcuno, al contrario, soffia cercando di costruire il dissenso, dice la responsabile del dicastero delle Politiche sociali Marina Calderone. (dal quotidiano “Avvenire”)

Mi permetto di porre due quesiti alla ministra Calderone a prescindere dal merito della questione in aspra discussione.

Il disagio sociale, un fuoco che cova sotto la cenere, esiste oppure è un’invenzione di chi ne parla con toni assai drammatici? Se sì, non lo si affronta eliminando il pur limitato ombrello sotto il diluvio, rinviando la protezione ad una migliore stagione. Se no, vale a dire se il disagio è una montante triste realtà, è perfettamente inutile lamentarsi di chi ne parla con toni preoccupati e preoccupanti.

Un’opposizione di sinistra, politica e sindacale, che si rispetti cosa deve fare di fronte a gente che sta sempre più scivolando verso la povertà assoluta? Chiedere un time out per non irritare chi governa e tenere calma la piazza? Cosa vuol dire soffiare sul fuoco? Non certo organizzare la sacrosanta protesta, non certo dare voce a chi non ce l’ha, non certo prospettare soluzioni urgenti in risposta a bisogni impellenti.

Il dissenso esiste e non è un artificio polemico e demagogico, è una realtà che purtroppo fa molta fatica ad emergere e tentare di rappresentarlo non significa creare confusione ma, al contrario, riportare i conflitti sociali in ambito politico. La ministra Calderone non viene da esperienze politiche e si capisce benissimo. Non si metta quindi in cattedra a dare lezioni e patenti di correttezza ed opportunità politica a chi osa dare ascolto alle proteste sociali. Sarebbe molto grave se ciò non avvenisse, perché l’alternativa è la ribellione con eventuale accompagnamento di violenza.

La ministra quindi non si scandalizzi, impari a dialogare con le forze politiche e sociali, ad affrontare anche la piazza senza sminuirne la portata. Il fuoco c’è, non vedo sinceramente nessuno che ci soffi sopra, vedo semmai molti, anche a sinistra, che non lo vedono o lo sottovalutano. L’importante sarebbe non auspicare i pompieri, ma togliere di mezzo, nei limiti del possibile, le cause che possono far scoppiare gli incendi. Non vedo rischi di piromani, vedo semmai i canadair del governo e della ministra Calderone, che vogliono spegnere le fiamme della povertà incipiente.