Come non cogliere tristi e imbarazzanti analogie tra l’indifferenza, l’ostilità e la persecuzione che colpirono la famiglia terrena di Gesù e il colpevole naufragio della legge sullo Ius soli, vale a dire sul diritto di essere considerato italiano per chi ha fatto un serio percorso di inserimento nella nostra comunità. Un incidente procedurale al Senato ha chiuso sul nascere l’iter di questa legge impropriamente e strumentalmente trasformata in un referendum pro o contro gli immigrati.
“Colpito e affondato” ha commentato il leghista Calderoli; “orgogliosi di aver fatto naufragare la legge” ha detto il forzista Gasparri; “Renzi stai sereno, sullo Ius soli decideranno gli italiani” ha dichiarato la sorella d’Italia Giorgia Meloni. Indipendentemente da tutto, non riesco a capire come si possa essere contenti per non aver risolto un problema, che esiste e che aspetta di essere affrontato.
Se, come sembra, lo scioglimento delle Camere farà chiudere sostanzialmente bottega al Parlamento, peggiore congedo non poteva arrivare dall’Aula di Palazzo Madama, stoppata dalla mancanza di numero legale: un fuggi fuggi, che, complice forse l’imminente arrivo delle festa natalizie, ha fatto passare la discussione dalle pregiudiziali di costituzionalità a quelle di menefreghismo.
Ognuno risponde alla propria coscienza, anche i parlamentari, senza bisogno che questo diritto glielo conceda il loro partito: tuttavia non riesco a capire come si sentiranno gli opportunisti o razzisti oppositori dello Ius soli, quando siederanno alla tavola del cenone natalizio della loro famiglia. Possibile che non abbiano qualche scrupolo nell’aver chiuso la porta in faccia a tante persone che, stando sull’uscio, chiedevano di poter entrare legittimamente ed a tutti gli effetti nella nostra comunità nazionale.
A proposito di coscienza, ricordo come alle mie ingenue sollecitazioni sugli immigrati che dormono e magari muoiono sotto i ponti, un caro amico mi fece osservare come i gerarchi nazisti responsabili dei campi di concentramento mangiassero e dormissero tranquillamente nelle loro case e nelle loro famiglie.
Archiviata la coscienza, restano la debolezza della politica e la paura della gente: due caratteristiche che trovano una loro perfetta compatibilità e interdipendenza. La politica accarezza la pancia degli italiani, la gente si chiude egoisticamente nel proprio territorio e pretende di essere difesa dalla politica. Un ignobile connubio!
Non si può stare con un piede davanti al presepio e con l’altro dentro i propri interessi. Oltre tutto, al di là del discorso etico, non mi sembra certo, razionalmente parlando, il modo migliore di convivere in una nazione civile.
Il Natale 2017 è macchiato da questo vergognoso infortunio parlamentare. Le ormai vicine elezioni politiche avranno nel loro bagaglio anche tale questione. Non mi illudo. Anzi, ho il timore che coloro i quali hanno lavorato a questa imboscata parlamentare verranno premiati dalle urne. L’Italia, che tutto sommato e in qualche modo dimostra un certo livello di solidarietà verso gli stranieri, ha incespicato nello Ius soli finendo con lo sbattere il capo contro la mangiatoia di Betlemme, quella che i nazionalisti vorrebbero difendere dalle incursioni islamiche. È una strana culla che non cerca difensori di comodo, ma imitatori coraggiosi.