Le formiche e le cicale

Devo ammettere di essere rimasto più sconvolto di fronte al corpo della donna invaso dalle formiche all’ospedale di Napoli che guardando l’incendio del grattacielo di Londra. Probabilmente il motivo di questa assurda e paradossale graduatoria di sconvolgimento è dovuto al fatto che il fuoco nel palazzo londinese non è stato appiccato da una persona umana (salvo clamorose novità a livello di indagini) e probabilmente è collegabile a una buona dose di fatalità, pur se in parte ascrivibile, come sembra, ad incuria, a inosservanza di norme, a mancanza di prevenzione ed attenzione. Diversamente lo scempio sul corpo della degente in ospedale è direttamente ed indiscutibilmente ascrivibile a vomitevoli e precise colpe, a comportamenti (dis)umani che non temo di definire delinquenziali.

Mi sono ripetutamente chiesto come abbia potuto crearsi una simile situazione. Evidentemente quella malata era da giorni abbandonata a se stessa, nessuno l’aveva visitata e controllata a livello medico e/o infermieristico, nessuno aveva cambiato le lenzuola in quel letto, nessuno aveva fatto le pulizie in quella stanza, nessuno le aveva provato la febbre, nessuno le aveva somministrato un farmaco o attaccata una flebo, nessuno! Sì, perché una quantità di insetti come quella risultante dalle immagini divulgate e che hanno fatto scoppiare lo scandalo, non si accumula in pochi minuti o in poche ore, forse nemmeno in pochi giorni. Allora…

Non mi accontento dell’intervento dei carabinieri (i quali peraltro farebbero bene a dare un’occhiatina anche a quanto succede nello loro caserme), delle inchieste disposte dal ministero e/o dalla magistratura e tanto meno delle solite menate sulla scarsità di personale o sul taglio dei fondi alla sanità. Esigerei interventi molto più drastici. Non amo criminalizzare alcuno, ma se fossi il ministro della sanità, superando ogni e qualsiasi regola sindacale, rischiando di andare contro norme procedurali, a costo di violare diritti dei lavoratori, tanto per cominciare chiederei il licenziamento in tronco di tutti gli operatori di quel reparto, dal primario all’ultimo inserviente, passando da medici, capo-sala, infermieri, addetti alle pulizie etc.

È ora di finirla. Queste cose non possono succedere, non c’è giustificazione che tenga. Non buttiamola in politica perché è il modo per non saltarci fuori. Andiamo al sodo. Partiamo dall’etica del lavoro. Chi ha il lavoro e si comporta così, oltre tutto, prende in giro quanti sono alla disperata ricerca di un’occupazione.

Chi si ammala e viene ricoverato in un ospedale ha diritto, ancor prima di essere curato, di avere garantito almeno un letto pulito, una stanza in ordine, delle condizioni igieniche accettabili: su questo non si può transigere o discutere.   Quelle foto dello scandalo resteranno forse per sempre un marchio disonorevole per la nostra sanità pubblica. So benissimo che gli ospedali sanno esprimere anche eccellenze notevoli, ma proprio per questo non sono accettabili simili episodi. Anche perché sorge il dubbio che, per una vergogna che viene a galla, chissà quante ne rimangono   nascoste e coperte.