La stronzaggine non è un’opinione

Berlusconi e gli appunti su Meloni, nella foto esclusiva lui scrive di lei: “Supponente, prepotente, arrogante e offensiva”. La rabbia del Cavaliere appuntata su un foglietto dopo aver incassato il no a Ronzulli ministra e aver mandato al diavolo La Russa: “Giorgia non ha disponibilità ai cambiamenti, è una con cui non si può andare d’accordo”. Si è al Senato. I senatori a breve inizieranno a votare per eleggere il nuovo presidente. Il centrodestra è spaccato. Quelli di Forza Italia hanno deciso di uscire dall’ aula e Silvio Berlusconi espone in bella evidenza un foglietto, che terrà banco per diversi giorni.

Durante le consultazioni al Quirinale, Giorgia Meloni si autodichiara candidata premier e Berlusconi ridicolizza la situazione con un’eloquente espressione di scetticismo: l’alzata di un sopracciglio.  Lui lo ha fatto, anche se, in fin dei conti, quella candidatura era da considerare una conseguenza del berlusconismo, che ha spianato la strada al post-fascismo e alla politica come arte dei propri affari. Chi la fa l’aspetti.

Due ricordi per evidenziare come la stronzaggine di Giorgia Meloni non l’abbia inventata Vincenzo De Luca, il simpatico e fantasioso governatore della Campania, durante un pourparler con i giornalisti, ma venga da lontano, nientepopodimeno che dal suo gran mentore (?). Due indizi fanno una prova, due berlusconate fanno una stronzaggine.

La verità fa male, ma la si può solo rivoltare come una frittata: è quello che ha fatto Giorgia Meloni ribaltando la propria stronzaggine su un imbarazzato De Luca, utilizzando la prima occasione propizia. Piacere, ecco la stronza! Roba da osteria! La botte dà il vino che ha, Meloni si comporta come le viene spontaneo. Chiamatemi e votatemi, sono Giorgia. Molti diranno che fa bene. Non so se queste cavolate alzeranno il suo consenso elettorale. Staremo a vedere…

Forse si tratta di ulteriori assist all’astensionismo: molti astenuti molto onore… Provate a pensare se De Gasperi, Moro, Fanfani, La Malfa e Berlinguer si sarebbero mai potuti comportare così. Solo Craxi era talmente presuntuoso da mandare al diavolo un giornalista durante una tribuna politica: “Queste cose valle a raccontare a tuo nonno…”.

Il giornalista Francesco Specchia ha detto che anche negli anni cinquanta in campagna elettorale succedevano cose simili alla gag Meloni-De Luca: Palmito Togliatti avrebbe promesso agli elettori di dare calci nel culo a Mario Scelba, ministro degli Interni, con scarponi chiodati.

Non è la stessa cosa: infatti c’è una trivialità politica che può anche essere accettata, c’è una stronzaggine personale che dà molto fastidio.  Non riesco a ridere, m viene da piangere.