Alla manifestazione letteraria “Il libro possibile” a Polignano a mare Eugenia Roccella presenta il suo libro, “Una famiglia radicale”. Il giornalista di Sky Fabio Vitale le chiede un commento sulla vicenda La Russa e Roccella azzarda una difesa. «Non giudico un padre e non entro nei casi individuali e nelle reazioni di una persona che ha un rapporto affettivo…», prova a tagliare corto. Il pubblico non ci sta. La reazione è immediata e indignata. Roccella insiste: «La Russa ha proposto un corteo di soli uomini contro la violenza sulle donne». Ora i buu riempiono la sala. La gente si alza e lascia la sala. Poi Roccella spiega: «I motivi per cui sono stata contestata non sono legati alle battaglie di oggi, perché questo governo non ha toccato nessuna legge che riguardi per esempio il mondo Lgbtq+ o tantomeno l’aborto», ha voluto precisare Roccella. «Ci contestano solo perché non si accetta l’idea che in democrazia possa vincere la destra. Una stessa destra che deve essere dipinta come sgradevole, bigotta, cattiva… Ma le donne di sinistra si chiedano però come mai sia una donna di destra ad essere la prima donna a guidare il Paese». (dal quotidiano “Avvenire”)
Mi ero ripromesso di non commentare né oralmente né per iscritto la triste vicenda del figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. Uso il termine triste perché, a prescindere dagli sviluppi giudiziari che potrà avere, questa contingenza crea una serie di cortocircuiti di vario e imbarazzante genere.
Il clima sociale è avvelenato da sessismo e sistematico attacco alla donna considerata e trattata alla stregua di bambola da usa e getta. In un simile e drammatico quadro diventa (quasi) impossibile tenere i nervi saldi prima di giudicare e colpevolizzare. Se da una parte (mi riferisco ai media e alla pubblica opinione) bisognerebbe sforzarsi di farlo, dall’altra (mi riferisco in primis ai genitori dei protagonisti di questi fatti incresciosi) sarebbe più che opportuno, anche se difficile, osservare il silenzio per vivere nell’area privata il proprio dramma psicologico ben comprensibile e rispettabile.
Venendo al caso in questione, Ignazio La Russa avrebbe dovuto tacere, innanzitutto come padre, troppo coinvolto per essere obiettivo, poi come politico, troppo imbarazzato dalla difficoltà di separare il pubblico dal privato, poi, a maggior ragione, come presidente del Senato, troppo esposto istituzionalmente per prendere posizione, anche la più leggera, al riguardo. In poche parole ad aprire bocca, in simili circostanze, si sbaglia sempre.
Dal momento che purtroppo non ha saputo tacere, ha istigato inevitabilmente la polemica sul piano culturale e politico, spiazzando il governo, il suo partito e un po’ tutti, anche coloro, come il sottoscritto, intenzionati a stendere un velo di pietoso silenzio almeno prima di verificare i fatti accaduti (ammesso e non concesso che in questi casi si possa fare assoluta verità).
Il succitato intervento di Eugenia Roccella lo dimostra chiaramente: non voleva entrare nel delicato dibattito, ma ha finito col farlo e farlo molto male, mischiando capre e cavoli, preoccupandosi più di salvare la propria faccia ministeriale che di affrontare una problematica delicatissima, oserei dire incandescente, spostando il tutto sulla mera propaganda politica peraltro di bassa qualità. Se voleva, in un certo senso, difendere La Russa è riuscita a metterlo ulteriormente alla berlina; se intendeva smarcarsi dalla vicenda vi si è affogata dentro; se pensava di autodifendersi come ministro contestato a più non posso, lo ha fatto maldestramente, con argomenti risibili, poca classe e molto risentimento.
Io non so cos’abbia combinato La Russa junior, so invece cos’ha combinato La Russa senior: un pasticcio dal punto di vista umano, politico e finanche istituzionale. Però non bisogna gufare, cadere nella trappola della strumentalizzazione politica, approfittare della debolezza umana per affondare colpi politici. Certo, se prima di parlare Ignazio La Russa ci avesse pensato un attimo evitando di fare penose retromarce, se si fosse consigliato col Presidente del Consiglio e, perché no, col Presidente della Repubblica, avrebbe fatto cosa buona e giusta, equa e salutare.
Nella nostra società si parla troppo e a sproposito, si fa del fumo, si pensa che chi tace dimostri debolezza o addirittura colpevolezza, che la miglior difesa sia l’attacco, che sparare assurde certezze dimostri adeguatezza, competenza e capacità, che la prima gallina che canta non abbia fatto l’uovo, invece…