La politica in vogue

Nei lontani anni ottanta il mio carissimo amico Walter Torelli, comunista tutto d’un pezzo, durante una delle solite chiacchierate, mi chiese, dal momento che mi sapeva piuttosto informato sulla cronaca politica, di riferirgli dell’episodio relativo a Massimo D’Alema, il quale, in occasione di una sua presenza in un salotto romano, rimbrottò vivacemente il cane di casa che gli era montato sulle scarpe. Ammise snobisticamente che gli erano costate una grossa cifra. L’amico Walter innanzitutto mi confessò tutta la sua indignazione e la sua riprovazione per un comportamento eticamente inaccettabile: «Da un dirigent comunista robi dal gènnor an ja soport miga!». Poi aggiunse con tanta convinzione: «Lé propria ora chi vagon a ca tùtti».

Non oso pensare cosa direbbe delle recenti esternazioni di Elly Schlein, la quale intervistata dalla rivista “Vogue Italia”, nel contesto di confessioni personali pur apprezzabilmente sincere, ha dichiarato: «Le scelte di abbigliamento dipendono sicuramente dalla situazione in cui mi trovo. A volte sono anticonvenzionale, altre volte più formale. In generale dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista, Enrica Chicchio”.

Confesso di essere stato costretto a cercare in internet cosa sia l’armocromia, vale a dire il primo step della consulenza di immagine, una disciplina scientifica che permette di individuare la palette cromatica ideale per ciascuno di noi, ovvero i colori che ci valorizzano, attraverso l’analisi della combinazione di pelle, occhi e capelli. In buona sostanza Elly Schlein ha una professionista che, presumibilmente a pagamento, le consiglia come curare la propria immagine.

Non mi scandalizzo perché purtroppo anche la politica è schiava della cultura dell’immagine, che domina la scena della vita attuale: l’importante è apparire! Niente di strano quindi. Ciò non toglie che preferirei, soprattutto per una persona che intende guidare la sinistra, un approccio ben più sostanziale e propositivo.

Sono sicuramente un inguaribile matusa (l’età lo attesta) ed un nostalgico della politica intesa come servizio (l’esperienza me lo ha inculcato nell’animo), quindi sono costretto ad andare cauto nei giudizi sul modo di essere dei politici di oggi, anche se devo ammettere che non mi piace, al di là delle idee, il loro fumoso protagonismo. Quanto a Elly Schlein la vorrei giudicare su ben altre questioni e quindi attendo, assieme ad una maggiore discrezione sulla propria vita personale, le sue proposte politiche di merito e di metodo.

Il caso vuole che, proprio nei giorni in cui si è scatenata questa fuorviante, strumentale, bigotta e “armocromistica” polemica su Elly Schlein, abbia potuto vedere l’apprezzabile fiction televisiva sulla vita di Tina Anselmi, un’autentica pioniera dell’impegno politico femminile e di essermi sinceramente commosso per le sue battaglie a servizio delle cause di libertà, uguaglianza e giustizia con particolare riguardo alla condizione delle donne. Due epoche diverse! Sì, ma…