Verso la repubblica pirlamentare

Una mia zia andò a farsi visitare dal suo medico di fiducia: era piuttosto anziana e si sentiva molto stanca. Il medico le guardò attentamente la gola e sentenziò: «Che dò tonsìllónni märsi!». «Ch’al guärda dotôr che  nen fa miga mäl la góla…» disse mia zia, alquanto sorpresa da quella diagnosi. «Ah no? as vedda ch’am son sbagliè» concluse il medico tra il serio e il faceto.

I parlamentari del centro-destra evidentemente, come quel medico burlone (?), pensavano che sul Def si potesse scherzare e infatti alcuni erano assenti e quindi non hanno partecipato al voto sul documento di economia e finanza e sul relativo scostamento di bilancio (dove fossero solo Dio lo sa, forse qualcuno non sapeva nemmeno cosa fosse il Def…), mettendo il governo in grave imbarazzo istituzionale e politico e costringendolo ad una manovra ai limiti della correttezza parlamentare per fare approvare il documento in seconda battuta: una specie di “mortus” come si faceva nei giochi infantili, una sorta di ripescaggio come si fa nei campionati di calcio. Nel caso di cui sopra il medico burlone tenne alto il morale della paziente, mentre i parlamentari penosi fanno la repubblica puzzolente.

Il governo si è salvato in corner, niente crisi, niente contrasti nella maggioranza, il bilancio è salvo, solo, si fa per dire, una figura di merda di fronte al Paese (una più una meno…). I parlamentari sono diminuiti di numero, ma evidentemente non c’è stata selezione, anzi probabilmente si è svalutata l’istituzione. Non si capisce cosa combinino deputati e senatori: ratificano solo l’operato del governo e, in questo caso, non sono stati in grado di fare nemmeno quello. E pensare che in Italia vige una Repubblica parlamentare.

Un Parlamento, dove succedono le cose suddette e forse anche di peggio, può essere tranquillamente ribattezzato “pirlamento”, come ho sentito dire a margine di una lucida e spietata analisi politica formulata da una simpatica anziana signora. Parlamento nuovo? No, lavato con Pirlana! Vuoi vedere che tutto è studiato per andare verso una Repubblica Presidenziale? Tutto è possibile. D’altra parte se guardiamo le presidenze attuali dei due rami del Parlamento, la realtà emerge in tutta la sua tragicità. Se le raffrontiamo a quelle della prima repubblica c’è da provare rabbia, vergogna e sconforto. Non siamo nella seconda repubblica, ma ci stiamo avviando alla repubblica “pirlamentare”. Siamo caduti in basso, stiamo sprofondando. Sono più qualunquista io oppure i parlamentari che legiferano alla “cazzo di cane”?

Mi sembra che la premier Giorgia Meloni e il ministro Giancarlo Giorgetti, dopo un iniziale attimo di nervoso smarrimento, abbiano tirato un sospirone di sollievo. Tùtt a pòst! Sì, e niént in órdin.