Eventuali cretinate ed assodate porcherie

“Nei viaggi apostolici, il Papa è abituato a rispondere alle domande dei giornalisti accreditati sull’aereo di ritorno. Questa volta Francesco non si è risparmiato anche sul volo d’andata, concedendo qualche battuta con la stampa. Infatti, ad una giornalista polacca che lo ha ringraziato per aver difeso Giovanni Paolo II dalle insinuazioni di Pietro Orlandi e dalle accuse senza prove di un ex esponente della Banda della Magliana contenute in una registrazione mandata in onda su La7, il Papa ha risposto in maniera inequivocabile bollandole come “una cretinata che hanno fatto”. Parole che liquidano definitivamente la richiesta di indagare su una pista inverosimile che tirava in ballo la memoria del santo polacco portata dal fratello di Emanuela Orlandi sulla scrivania del promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi” (dal quotidiano “Il giornale”).

Non mi è piaciuto questo sfogo verbale di papa Francesco, non è da lui e non vorrei che il perdere la calma significasse un certo qual imbarazzo nell’affrontare una spinosa questione peraltro aperta da lui stesso dopo ben 10 anni di pontificato. Non mi riferisco al dettaglio riguardante le insinuazioni di carattere sessuale su Papa Wojtyla, ma all’intera vicenda di Emanuela Orlandi nei suoi molto probabili intrecci col mondo vaticano.

La chiamata in causa di Giovanni Paolo II proviene da un esponente della Banda della Magliana, che penso non vada presa alla lettera, ma come espressione del forte dubbio del coinvolgimento di certi ambienti vaticani in pratiche sessuali a dir poco inquietanti. Questi personaggi hanno un’attendibilità molto relativa, non hanno prove precise, spesso sono dei megalomani, riferiscono però degli umori del loro ambiente, che non mi sentirei di bollare sbrigativamente come cretinate. D’altra parte la banda della Magliana sembra avesse una certa qual dimestichezza di rapporti col Vaticano dal momento che il suo capo fu sepolto in una basilica romana con tanto di inspiegabile placet molto altolocato. Una cretinata anche la mossa del cardinal Poletti in favore di Enrico De Pedis?

Cretinate anche i rapporti fra Ior e mafia, tra affaristi vaticani e banche delinquenziali? Cretinate anche gli omertosi atteggiamenti papali e curiali verso lo Ior di Marcinkus e c. Cretinate anche gli imbarazzi di certi cardinali e monsignori in ordine alla vicenda Orlandi? Forse le cretinate sono un po’ troppe. Non è giusto prendere solo la paradossalità di un particolare per sminuire e sottovalutare tutte le vomitevoli novità che stanno venendo a galla e di cui peraltro da parecchio tempo si vociferava.

Se non erro Giulio Andreotti sosteneva che per indagare nei meandri del “malaffare romano” bastasse fare riferimento all’opinione sgangherata dei tassinari. La confessione/indiscrezione dell’amico di Enrico De Pedis, che tanto clamore sta suscitando, relativa alle improbabili scorribande sessuali di papa Wojtyla, a mio modesto giudizio non va presa alla lettera, ma quale “intercettazione ambientale” riguardante un certo clima vaticano a dir poco sessualmente disinvolto. Se fosse così sarebbe la ovvia “excusatio non petita” per Giovanni Paolo II, ma una gran brutta fotografia per il Vaticano, assai difficile da rimuovere con una semplice alzata di spalle o da considerare come autentica cretineria.

Scrive Padre Alberto Maggi, teologo e biblista: «Il fatto è che siamo abituati a un Vangelo all’acqua di rose. Nella Chiesa si sono accentuati certi aspetti su cui Gesù non ha mai aperto bocca. Pensiamo alla sessualità. Sulla ricchezza, il potere, l’ambizione Gesù era severo. Ho proposto da sempre la radicalità del Vangelo: prima viverlo».

Posso dirla molto grossa a livello paradossale? A parità di attendibilità di elementi indiziari considererei molto meno gravi le eventuali distrazioni sessuali dei prelati, purché non vomitevolmente coperte, rispetto a quelle riguardanti gli scandali dello Ior e della finanza vaticana. L’imperdonabile aggravante potrebbe essere quella di intrecciare queste categorie trasgressive in una demoniaca combinazione soldi-sesso, il massimo della mondanità aborrita dal Vangelo, premessa per comportamenti da far raggelare il sangue.

Mi auguro che tutto sia un bluff, anche se è molto difficile pensare che, in quasi ventisette anni di pontificato, Giovanni Paolo II non abbia avuto sentore della puzza proveniente dalle casse vaticane. Posso capire la problematicità nel mettere le mani in un autentico nido di vipere così come il rischio di non uscire vivi da certe indagini se non con spericolate, ingiuste e deleterie generalizzazioni. Tuttavia, alla faccia di don Abbondio, il coraggio, uno, se non ce l’ha, se lo deve dare.

La via della Chiesa-istituzione è sempre stata lastricata di scandali pur essendo sopravvissuta ad essi. Non perdo calma e lucidità e non corro morbosamente dietro alle chiacchiere. Però, in conclusione, mi pare che nella vicenda Orlandi ci sia molto più di chiacchiere e cretinate.  D’altra parte, se si trattasse solo di queste, Papa Francesco non avrebbe aperto il caso. Quando si apre un caso giudiziario lo si fa in base ad elementi ed indizi degni di considerazione. Non pretendo che venga a galla tutta la verità, ma almeno un po’, cretinate a parte.