Habemus papessam

“Ecco, la natalità, così come l’accoglienza, che non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c’è nella società. Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, di accogliere, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno. E tante volte si dimenticano di sorridere”.

È un passaggio del discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti alla III edizione degli Stati generali della Natalità, tenuti a Roma all’Auditorium di Via della Conciliazione nella giornata di Venerdì, 12 maggio 2023.

Seduta vicino al Papa c’era la premier Giorgia Meloni, che ostentava reiterati cenni di assenso verso le parole di Bergoglio, di bianco vestita, più bella, più superba e più papista che mai. Un tempo i democristiani facevano a gara nel partecipare in bella evidenza alle pompose processioni del Corpus Domini per conquistare consensi e voti del mondo cattolico, quando tale serbatoio elettorale era molto consistente ed appetibile. Ora i cattolici sono rimasti in pochi, sparpagliati nelle diverse forze politiche, il clero non è più schierato, ma resta tuttavia importante l’appeal papale per il suo carismatico ed autorevole ruolo.

Giorgia Meloni non si è lasciata scappare l’occasione di un mastodontico selfie con papa Francesco. Se lui ha detto cose diametralmente opposte rispetto alla linea valoriale della destra al governo, non ha nessuna rilevanza: l’importante era far passare l’immagine di una premier in bianco accodata al papa bianco. In pochi avranno ascoltato i contenuti dei loro interventi e (quasi) nessuno si sarà accorto della differenza abissale fra i loro discorsi. Ora la Meloni potrà annoverare fra i suoi referenti nientepopodimeno che papa Francesco.

D’altra parte il leader leghista Matteo Salvini non si è presentato più di una volta alle manifestazioni pubbliche col rosario in mano? Sembra impossibile, ma gli italiani fingono di fregarsene altamente della religione, ma sotto sotto restano dei bigotti, che si lasciano condizionare dai più fallaci stormir di fronde pseudo-cattoliche. L’antifascismo? Non serve più! e poi Mussolini non stipulò i patti lateranensi? I migranti stiano o tornino a casa loro! Basta e avanza applaudire il papa! Facciamo un nuovo concordato riveduto e scorretto, che magari scarichi sulla Caritas le grane migratorie. “Dio, patria e famiglia” sarà lo slogan nei secoli dei secoli. Amen.

In conclusione, per dirla con Enzo Iannacci, quelli che… sono di destra… perché Gesù siede alla destra del Padre e, d’ora in poi, perché Giorgia Meloni è vestita di bianco, come il papa.