Tragedia in mare, commedia in terra

«Il presidente Mattarella aveva preso un impegno – considera Abdollhalim Yadgary, giovanotto afgano che vive in Germania e nel naufragio ha perso sei familiari -. Ma ora vogliono che qui, visto che arriva il governo, sia tutto pulito». La pensa così pure Stefano Mancuso, attivista della Rete 26 febbraio: «L’impressione è che il governo voglia nascondere la polvere sotto il tappeto. Questo è un ennesimo oltraggio, perché non viene rispettata la volontà dei familiari a piangere i morti dove preferiscono». Una «vergogna», incalza Mancuso, che «si aggiunge a due settimane di comportamenti disumani sia per i mancati soccorsi che per il trattamento ricevuto dal governo le cui mancanze sono state coperte solo grazie al sacrificio dei volontari delle associazioni» (dal quotidiano Avvenire).

Si è infatti assistito al macabro balletto delle bare: prima destinate sbrigativamente al cimitero musulmano di Bologna, poi, dopo le sacrosante proteste dei famigliari delle vittime, si è ripiegato su un tira e molla vergognoso, che chissà quando finirà, tra difficoltà burocratiche e accollo dei costi di trasferimento.

Ma mentre non c’è pace per i morti e i loro famigliari, c’è stato anche l’indegno trattamento riservato ai superstiti.  «La Prefettura di Crotone ed il Ministero dell’Interno garantiscano ai sopravvissuti del naufragio di Cutro l’immediata manifestazione e formalizzazione della richiesta di protezione internazionale e il trasferimento nei progetti SAI attivi sul territorio Calabrese così da garantire ai migranti il diritto all’accoglienza e all’assistenza legale, nonché un supporto psicologico e sanitario necessario per elaborare il trauma ed il lutto, senza però privarli della vicinanza geografica e logistica ai loro familiari defunti».
Lo chiede a gran voce la Conferenza delle Democratiche Calabria del Partito Democratico.
«L’onda emotiva e mediatica di queste ore – si legge in una nota – ci sta restituendo lo spaccato di un paese e di una società civile accogliente, empatica e vicina agli ultimi. La catena di solidarietà e gli slanci di grande generosità lasciano senza parole. Il compito della Politica, però, è quello di rispondere in concreto ai bisogni e alle esigenze delle persone, affermandone i diritti ed i doveri». «A quasi 10 giorni dalla tragedia – denunciano – non è più possibile che i migranti continuino ad essere collocati dentro i capannoni del CARA di Crotone senza distinzione tra donne uomini bambini, senza adeguate strutture dove dormire e mangiare, senza adeguati servizi dove lavarsi. Più passa il tempo più la confusione aumenta». «È necessario garantire ai superstiti condizioni di vita dignitose – sottolineano – ed adeguate in particolar modo per le categorie fragili come donne e bambini che ad oggi vivono in condizioni assolutamente promiscue all’interno di capannoni ubicati dentro il CARA di Crotone, sorvegliati a vista, potendo uscire solo previa autorizzazione e per poche ore». «Chiediamo, quindi, ai Parlamentari del Partito Democratico – concludono le democratiche calabresi – a partire da quelli Calabresi Nicola Irto e Nico Stumpo, nonché ai Consiglieri Regionali Ernesto Alecci, Raffaele Mammoliti, Domenico Bevacqua, Francesco Antonio Iacucci e Giovanni Muraca, di fare “pressione” affinché il Governo, il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Crotone garantiscano immediatamente ed effettivamente il diritto all’accoglienza e diritto d’asilo ai sopravvissuti. Non basta essere generosi. Servono azioni concrete» (dal Corriere della Calabria).

Riprendo quanto ha affermato il Presidente Sergio Mattarella: «Il naufragio dei migranti a Cutro ha coinvolto la commozione intera del nostro Paese ma ora il cordoglio deve tradursi in scelte concrete e operative da parte di tutti». La risposta non si è fatta attendere a suon di inadempienze, trascuratezze, lungaggini, ritardi burocratici, rimpalli di competenze etc. etc.

Vogliamo almeno salvare la faccia comportandoci seriamente coi superstiti, con i famigliari delle vittime e con i cadaveri degli affogati in mare? No, nemmeno questo è stato possibile, se non dopo un macabro e disgustoso balletto e soprattutto dopo le proteste delle persone coinvolte e dei rappresentanti di una società civile che dimostra di essere assai migliore della politica che la dovrebbe governare.

Il governo, anche a voler prescindere dalle responsabilità dell’accaduto (una pentola che più si mescola e più puzza) e dalla congruità delle decisioni adottate (si valuteranno nel tempo), è arrivato tardi e male. Non intendo ironizzare sulla riunione del Consiglio dei Ministri in quel di Cutro, sarebbe troppo facile e di cattivo gusto. Una cosa è certa: dopo il danno stanno arrivando le beffe…