La casa governativa fondata sulla Roccella

A proposito di Eugenia Roccella, deputata e allora sottosegretaria al Welfare nel governo Berlusconi, che si schierò, a fini meramente demagogici, contro la sentenza sull’interruzione dei trattamenti sanitari a Eluana Englaro, dirò che, durante la mia breve frequentazione di una casa di riposo in cui era ricoverata mia sorella, di fronte a certi drammatici casi di sopravvivenza forzata, mi venne spontaneo esclamare ripetutamente, rivolto alle operatrici impegnate in queste pratiche assistenziali e alle prese con difficoltà enormi: «Andate a chiamare Eugenia Roccella, lei sì che se ne intende e vi può aiutare…». Mi guardavano e non capivano. Forse pensavano che l’ambiente mi stesse contagiando.

Le persone più gravemente malate di quella casa di riposo saranno probabilmente nel frattempo decedute, ma Eugenia Roccella è ancora lì nel governo italiano, ministra per le pari opportunità e la famiglia, a pontificare sui cosiddetti temi sensibili. Per lei il testamento biologico è una legge ideologica, che apre all’eutanasia. L’alimentazione artificiale serve a mantenere in vita chiunque, non è una terapia. Se gliel’avessero tolta, Fabo avrebbe potuto morire anche in Italia. Le manifestazioni vanno benissimo, ma vorremmo vedere qualcuno manifestare anche contro il mercato transnazionale dell’utero in affitto e dei bambini. Sono alcune sue chicche.  Andasse a quel paese, lei e tutte le Roccelle del mondo!

Fin qui una mia esagerata ed istintiva reazione al modo dogmatico e bigotto con cui si affrontano certi argomenti delicati, che richiederebbero il fioretto e non la spada. Capisco quindi la recente stizzita reazione della giornalista Lucia Annunziata al menare il can governativo per l’aia legislativa: i bambini nati da matrimoni omosessuali vanno comunque riconosciuti, non c’è Corte di Cassazione che tenga. Poi si potrà affrontare lo spinoso discorso dell’utero in affitto e finanche quello delle adozioni da parte delle coppie gay. Cerchiamo di essere seri: le derive farisaiche, di chi pretende cioè di anteporre la legge e i principi astratti rispetto al bene delle persone, sappiamo dove hanno portato.

Vorrei inoltre proporre a Eugenia Roccella una riflessione squisitamente politica. Non si accorge di fare la stampella al revanchismo di una destra estrema che punta al discorso “Dio, patria e famiglia”, assegnando a lei proprio il ruolo di difensore aprioristico e viscerale della famiglia, interpretato con l’accetta verso tutti i temi sensibili ad essa collegati? Non si rende conto di portare, più o meno in buona fede, l’acqua allo strumentale mulino della destra che finge di difendere la vita? Cosa ne dice della vita dei naufraghi e dei migranti, quella non va difesa? Non prova vergogna a rimanere in un governo che beffeggia i disperati e versa lacrime di coccodrillo sui morti in mare? Si sente a posto in coscienza così come la presidente Meloni? Non le viene il dubbio di essere strumentalizzata in chiave cattolica, apostolica, romana? Provi a parlarne col cardinale Matteo Zuppi per verificare se la pensa e la vede come lei!

Mi ribatterà che ognuno risponde alla propria coscienza. Sono perfettamente d’accordo, ma con quale coscienza sottovaluta i diritti dei malati disperati, dei bambini discriminati, delle persone che si amano e vorrebbero vivere insieme all’onore del mondo?

Tempo fa un simpatico mio conoscente, in merito al problema matrimoniale, mi disse quella che potrebbe essere considerata una battuta di spirito: «Ormai non si vuol sposare più nessuno, ci sono rimasti solo i preti e gli omosessuali!». E facciamoli sposare. Che vivano insieme felici e contenti. Che facciano figli, senza utero in affitto, ma con l’ausilio delle tecniche di procreazione medicalmente assistita e con la possibilità dell’adozione. Non sto scherzando, la penso veramente così e mi permetto di non capire l’insistenza con cui certe persone (Eugenia Roccella per tutte) si intestardiscano sui principi astraendoli dalla realtà e dal bene dei singoli e della società.

«Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». L’ha detto Gesù e penso valga anche per me e per Eugenia Roccella, che vorrà scusarmi se mi sono permesso…