Il piano che va piano

C’era da aspettarselo. Il piano nazionale di ripresa e resilienza rischia di rimanere invischiato, da una parte sui tempi di realizzazione dei vari progetti a costo di perdere i fondi stanziati e dall’altra nelle accelerazioni impresse a casaccio a costo di sprechi e pressapochismi.

A prescindere da considerazioni politiche, era più che opportuno lasciare a Mario Draghi il pallino in mano nella fase realizzativa del piano, almeno per il rispetto delle principali scadenze e delle finalizzazioni dei vari interventi. Ci avrebbe certamente aiutato il suo carisma nei confronti della Ue, impietosamente attenta alla italiana inconcludenza, la sua conoscenza ed esperienza in merito alla macchina della pubblica amministrazione, il suo occhio vigile ad evitare storture affaristiche e clientelari. Intendiamoci bene, avrebbe anche lui avuto non poche difficoltà a concretizzare un simile piano, ma saremmo un tantino più tranquilli.

Non so se e come ci salterà fuori l’attuale governo e lungi da me gufare contro gli interessi nazionali. Ho l’impressione che la situazione sia un po’ fuori controllo e che l’Italia stia rischiando grosso ripiombando nel disastro di non sapere spendere e/o di spendere male i soldi europei. Mancheremmo un’occasione storica, anche se non ritengo che tutto l’ambaradan politico-programmatico possa essere individuato solo ed esclusivamente nel Pnrr.

Siamo stati molto bravi nel chiedere aiuto, siamo stati accontentati in tal senso, ora dobbiamo dimostrare di saper utilizzare presto e bene gli aiuti. Per l’amor di Dio non facciamo subentrare i conflitti fra centro e periferia, tra governo e regioni, tra regioni e comuni, tra nord e sud, tra economia e socialità. Tutti si diano una mossa e si impegnino al meglio delle loro capacità e responsabilità. Se devo essere sincero non vedo questa mobilitazione, spero di sbagliarmi.

Penso che qualche consiglio utile lo possa dare ancora Mario Draghi con i riferimenti del suo governo, penso che Paolo Gentiloni possa svolgere un importante ruolo di collegamento con l’Unione europea dal suo posto di commissario all’economia, penso che Sergio Mattarella ce la metterà tutta per aiutare e incoraggiare chi di dovere. Basterà?

Ho molta paura degli inghippi burocratici, temo le infiltrazioni mafiose, mi spaventano i campanilismi e i clientelismi, mi preoccupa la polemica politica, mi terrorizza l’idea di un gioco allo scaricabarile, dubito, bisogna pur ammetterlo, della competenza dell’attuale governo.

É per tutti un’impresa molto ardua, non facciamo pertanto i faciloni. Mettiamocela tutta. Di più non saprei dire. Che la questione non si risolva in infinite e stucchevoli polemiche. La sfida è epocale: la politica o saprà dimostrare di essere capace di spendere e gestire i soldi pubblici o dovrà buttare definitivamente la spugna.