La destra italiana dà il vino che ha

C’è un modo di dire fiorentino: “San Giovanni non vuole inganni”. Questo modo dire nato nella Firenze medioevale trae origine dalla moneta in uso a quell’epoca, il fiorino, così chiamato proprio perché da un lato era raffigurato il giglio fiorentino. Dall’altro lato però si poteva vedere l’immagine di San Giovanni Battista, già allora patrono della città. Quindi, l’espressione “San Giovanni non vuole inganni” voleva significare che, da una parte, l’immagine era garanzia di autenticità e, dall’altra, la figura del Santo rendeva difficile ogni falsificazione. Inoltre, l’immagine avvertiva che qualsiasi copia falsa della moneta era non solo un atto vergognoso, ma anche un grave reato condannabile dalla legge. Un’altra possibile interpretazione del proverbio si ha in riferimento al carattere di San Giovanni: secondo alcuni la spiegazione si può trovare nel comportamento rigoroso e inflessibile del Santo. Nei secoli quest’espressione ha esteso i suoi significati, fino ad indicare e denunciare qualsiasi falsità, torto e ingiustizia.

Intendo usarla per significare come la destra di Giorgia Meloni abbia mostrato quella faccia che in molti pensavano in vena di camuffamenti filodemocratici e filoeuropei, come abbia buttato via la maschera ancor prima di indossarla. Ebbene gli ottimisti sono serviti: a capo dei due rami del Parlamento vanno Ignazio La Russa, uno storico ammiratore di Benito Mussolini, e Lorenzo Fontana, un moderno ammiratore di Vladimir Putin. La buona giornata si vede dal mattino…

Chi ha votato a destra dirà che si tratta di superficiali divagazioni politicamente ininfluenti e culturalmente fuorvianti; chi sta opportunisticamente riposizionandosi in base all’aria che tira, sosterrà che occorre aspettare gli atti concreti di governo per giudicare l’indirizzo politico del nuovo governo presumibilmente e prossimamente in carica.

Alla gente in testarda ricerca del nuovo a prescindere dalla storia passata e presente chiederei se consegnare i destini della democrazia a chi ne ha visioni a dir poco contraddittorie non assomigli all’affidamento dei propri risparmi a chi preferisce il materasso al sistema bancario. Agli opportunisti consiglierei maggiore cautela nel rilasciare cambiali in bianco a forze politiche non affidabili, contando su improvvisati ed improbabili garanti.

L’elezione di La Russa e Fontana rappresenta un’autentica secchiata gelida sulle illusioni e sulle speranze di una normalizzazione politica in barba all’antifascismo, all’europeismo e ai valori costituzionali. D’altra parte sono convinto che non sia possibile impostare una concreta politica democratica prescindendo da un rigoroso, convinto e coerente rispetto dei valori e dei principi democratici.

Sono un ragioniere e non posso concepire un addetto contabile che abbia la presunzione di tenere la contabilità, magari con gli strumenti più moderni e sofisticati, senza conoscere e rispettare le regole fondamentali della partita doppia.

C’è poco da fare avremo due presidenti delle Camere dal pedigree tutt’altro che rassicurante e che rappresentano le peggiori e degenerate facce della nostra democrazia (nazionalismo, populismo, sovranismo, integralismo, etc. etc.). L’incidente di percorso non è tanto quello della rottura della maggioranza di destra nella prima votazione al Senato, coperta indegnamente da un gruppo di pazzi amici del giaguaro, ma la votazione tranquilla alla Camera che ha rinserrato le fila di una destra che più destra non si può (reazionaria nel merito e rissosa nel metodo). L’asse Meloni-Salvini si è rapidamente ripristinato alla faccia di un ridicolo e penoso Berlusconi (come volevasi dimostrare). Tutto sommato meglio così, è preferibile sapere con chi si ha a che fare al di là dei tatticismi e dei trasformismi.