Raggi di luce grillina

In questi giorni ho ascoltato autorevoli (?) esponenti pentastellati accusare il PD di essere condizionato dalle sue divisioni interne. Mi sono detto: altro che divisioni dentro al M5S…non ci si capisce più niente! Mi riferisco, non solo ma soprattutto, al putiferio romano che continua e, francamente, comincia a stancare, non per colpa dei giornalisti che fanno (male) il loro mestiere, ma per le contraddizioni della giunta capitolina che rispecchiano perfettamente la confusione regnante nell’intero movimento di Grillo. Da tempo il leader ha perso il controllo della situazione e si vede. Poi sento le scandalizzate reazioni grilline all’infelice, ma veniale, titolo su “Libero” nei confronti di Virginia Raggi. A proposito di sessismo, la “patata bollente” di Vittorio Feltri non è niente in confronto al comportamento, risalente a circa tre anni fa, del parlamentare grillino Massimo Felice De Rosa verso le sue colleghe piddine in commissione Giustizia, di cui elogiò non tanto l’abilità oratoria, ma quella orale, dicendo loro: «Siete qui perché siete brave solo a fare i pompini». Niente in confronto agli insulti di Beppe Grillo verso la presidente della Camera Laura Boldrini: «Che fareste in auto con Boldrini?».Al di là del sessismo comunque esecrabile di Feltri il fatto curioso è che a Roma, a margine della prevista costruzione del nuovo stadio con una colossale speculazione edilizia dietro l’angolo, ci sta lasciando le penne l’assessore all’urbanistica Paolo Berdini, in bilico, non tanto per aver detto “la verità” su Virginia Raggi (quella politica intendo, il resto non mi interessa, sono “polizze sue”), ma per aver osato impattare la sfida dei costruttori, a suon di abbattimento di cubatura, davanti alla quale la Raggi e il suo movimento tentennano, perché le Olimpiadi si possono toccare, ma il tifo calcistico romano, ma soprattutto quello dei palazzinari, no. Allora anche il M5S ha imparato l’arte dell’amministrazione possibile? Mi sembra che abbia soprattutto imparato l’arte del compromesso con i tanto (giustamente) odiati poteri forti.Virginia Raggi oltre che dibattersi fra nomine, revoche, dimissioni, inchieste sui suoi assessori e collaboratori, cosa sta facendo? Ha richiamato all’ordine l’assessore Berdini affinché lavori invece di dare giudizi e fare polemiche: ma lei sta lavorando o sta giocando a fare il sindaco, come i bambini giocano a fare il piccolo chimico.Il grillino, Luigi Di Maio, che si è montato la testa e gioca anche lui a fare il leader del movimento, si lamenta perché i media sarebbero implacabilmente attenti e critici verso l’amministrazione Raggi. Pensavano di poter avere un rapporto idilliaco col sistema, loro che si candidano a rivoltarlo come un calzino, di avere baci e abbracci dopo aver seminato all’interno e all’esterno del movimento un vero e proprio odio contro il cosiddetto establishment? Ritenevano che tutto il loro fare politica potesse ricondursi a questo postulato dell’antisistema, per cui tutto va bene purché vada contro l’establishment, anche Trump in quanto ha picconato quello clintoniano, Putin dal momento che rompe le balle un po’ a tutti nel mondo, Farage perché vuole abbattere l’Europa? Della serie i nemici dei miei nemici sono miei amici. Il che non è molto distante dal “molti nemici, molto onore” di mussoliniana memoria.Altra lamentazione: le bufale sarebbero il grimaldello per far saltare il M5S. Ma se la politica grillina è una bufala continua? Ma se i blog pentastellati sono un caleidoscopio di contraddittorie bordate, sparate a vanvera contro tutto e tutti?Passi un movimento politico di cui è padrone, in tutti i sensi, un comico in vena di fare politica; passi che l’antipolitica possa essere un modo di fare politica; passi che gli esponenti di questo movimento siano impreparati, inesperti, incapaci come stanno ampiamente dimostrando; passi che il sistema debba guadarsi dalle proprie travi più che dalle pagliuzze dei grillini; passi che i disastri di Roma non siano stati opera dei pentastellati; passi che finora il grillismo abbia cercato di dare voce istituzionale alla rabbia popolare; passi che l’Europa debba darsi una bella regolata; passi tutto quel che volete. Ma arriverà pure il giorno in cui chi piccona, distrugge, abbatte, sarà chiamato a spiegare cosa propone in cambio, cosa è capace di costruire sulle macerie che continua a sbadilare.Bisogna che i grillini si rassegnino a questo esame-finestra. Grillo lo sa da tempo e cerca disperatamente di allontanare questo momento nel tempo, di giocare sempre di sponda, proprio come fanno i comici in teatro con qualcuno che gli deve fare da spalla. Mi sembra che anche per lui il tempo stia arrivando. A meno che non si illuda di entrare nel circo massimo succhiando le ruote di Trump e Putin. A volte basterebbe avere un po’ di senso della misura.