“È un grande uomo in un mondo di animali”: è un passaggio del mio commento al discorso di reinsediamento di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Quando l’ho riletto prima di pubblicarlo sul sito, mi sono chiesto se non fosse uno sfogo eccessivo, ma ho azzardato, insistendo provocatoriamente, pur rimanendomi il dubbio di avere esagerato non tanto sulle qualità di Mattarella ma sulle schifezze degli uomini di questo mondo.
Dopo alcuni giorni ho letto la notizia che mi ha “tranquillizzato”: “Liberato un prigioniero da Guantanamo: è impazzito per le torture, “non è più un pericolo per la sicurezza nazionale”. Ho proseguito la lettura di quanto scritto da Vittorio Sabadin su La stampa: “Catturato in Afghanistan, Mohammed al-Qahtani era stato uno dei primi prigionieri inviati nella prigione all’inizio del 2002 e vi è rimasto per due decenni. Il Pentagono ha deciso di rilasciare dalla prigione di Guantanamo un detenuto diventato pazzo per le torture e il trattamento subito durante la detenzione e di rimpatriarlo in Arabia Saudita, dove sarà curato. Secondo le autorità americane, l’uomo “non costituisce più un pericolo per la sicurezza nazionale”, e può dunque essere liberato. La vicenda di Mohammed al-Qahtani aggiunge un altro tassello agli orrori del centro di detenzione nell’isola di Cuba, istituito dopo gli attacchi dell’11 settembre a New York e a Washington per custodire i terroristi catturati in Afghanistan e in Iraq”.
Mi sono ricordato che uno dei passaggi del discorso di Mattarella, peraltro solo timidamente applaudito, diceva testualmente: “Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Questa è anche la migliore garanzia di sicurezza”.
Mi si dirà che nel caso di Guantanamo non siamo di fronte a delinquenti comuni, ma a soggetti dediti per scelta ideologica al terrorismo ed al massacro di esseri umani. È verissimo, ma la tortura non è mai ammissibile! Non ci possono essere eccezioni a questo regola, altrimenti ci mettiamo su un piano inclinato che porta tutti alla rovina. Fare giustizia non vuol dire riservare ai colpevoli lo stesso trattamento da essi riservato agli altri: la macabra legge del taglione è ampiamente superata dal Vangelo, ma senza voler arrivare al discorso del “porgere l’altra guancia” (l’unico in grado di risolvere radicalmente e positivamente i conflitti tra gli uomini a tutti i livelli e in tutte le situazioni) anche dai principi inerenti i diritti dell’uomo, di cui spesso ci riempiamo la bocca.
Gli orrori di Guantanamo sono un disonore per chiunque, persone e Stati, si ritenga un uomo civile e democratico e oltre tutto non sono serviti a nulla, hanno solo incancrenito ancor più il terrorismo e l’antiterrorismo. Una gran brutta pagina della storia recente: sul fronte lo spietato ed incredibile attacco alle torri Gemelle, sul retro il trattamento riservato ai terroristi.
Il giorno dell’attentato si diceva la stessa frase che abbiamo recentemente usato dopo lo scoppio della pandemia da coronavirus: “niente sarà più come prima”. Ebbene tutto è rimasto come prima, se possibile, peggio di prima.