Un Presidente “adorabile”

Un mio carissimo amico, di fronte a una donna meravigliosa di mia e sua conoscenza, espresse la propria ammirazione fino al punto di affermare convintamente: “Bisognerebbe collocarla nuda su un altare e adorarla”. Aveva ragione da vendere e non esitai a dirglielo. La cosa finì lì e quella stupenda ragazza fu preda di un fortunato e invidiabile uomo, che non la mise su un altare, ma la sposò, la sistemò reiteratamente su un letto e le fece fare parecchi figli.

Ebbene, di fronte al meraviglioso discorso di insediamento del presidente Sergio Mattarella, ho provato un tale senso di ammirazione da rimanere ammutolito e da evitare accuratamente e rigorosamente di ascoltare e leggere i commenti. Troppo bello per essere chiacchierato, persino troppo bello per essere applaudito: sarebbe molto meglio metterne il testo sulla scrivania e/o sul comodino per consultarlo prima di parlare e pensare di politica.

Don Luciano Scaccaglia, quando celebrava un battesimo, con una “genialata” provocatoria, metteva sull’altare la Bibbia e la Costituzione italiana e collocava il bambino in mezzo. Intendeva così dare questi due punti di riferimento al piccolo battezzando. In buona sostanza gli diceva: “Sei diventato un seguace di Cristo che ti si è proposto col Suo Vangelo. Sei un cittadino italiano e questa “travagliata” nazione ti accoglie con la sua legge fondamentale, piena dei principi di rispetto, uguaglianza, giustizia, pace e solidarietà, scritta da uomini che, con le loro sofferenze ed il loro impegno, hanno tracciato un percorso di civiltà e democrazia tuttora validissimo”. Forse, se fosse ancora tra di noi, aggiungerebbe il testo dell’intervento di Mattarella davanti al Parlamento riunito in seduta comune.

Dire che mi sono commosso è poco. A chi mi ha chiesto a caldo un parere ho risposto soltanto con espressioni così paradossalmente riassumibili: “È una grande persona in mezzo a una nazione di piccoli cittadini. È un grande politico in mezzo a un parterre di nani. È un grande uomo in un mondo di animali”. Non aggiungo altro, perché rischierei di rovinare tutto. Ognuno faccia “dignitosamente” quel che può e deve fare per ringraziare, oserei dire per “adorare” Sergio Mattarella.