“Quirinale, scontro sui positivi. Destra in pressing per il voto, ma il centrosinistra fa muro”. Questo il titolo di un articolo de La Stampa. Siamo arrivati a questo punto? Evidentemente il centro-destra si preoccupa di fare a tutti i costi il pieno dei grandi elettori e il centro-sinistra vuole evitarlo ricorrendo alle quarantene che colpirebbero diversi parlamentari.
Dietro questo scontro procedurale si intravede la candidatura di Silvio Berlusconi che sta trascinando nel ridicolo tutto il centro-destra. Evidentemente tutti si saranno accorti della buffonata a cui sono costretti, ma non potranno negare questa riconoscenza a Berlusconi: tali e tante devono essere state le elargizioni sparse a piene mani dal cavaliere da costringere i suoi pur recalcitranti compagni di avventura a sostenere, o a far finta di sostenere, una candidatura a dir poco assurda.
E il centro-sinistra? Ha paura di questa candidatura e intende stopparla sul nascere ricorrendo anche alla pretestuosa negazione del voto agli elettori positivi al covid? Parrebbe di sì. Roba da matti. Le sirene berlusconiane fanno paura al centro-sinistra e allora meglio mettere i bastoni fra le ruote ad evitare rischi? Se fosse così, bisognerebbe squalificare a vita molta gente totalmente incapace di fare politica e schiava di tatticismi boomerang.
Non so come finirà la partita, certamente è cominciata molto male, senza esclusione di colpi fra gli “scarponi della politica”. I media si stanno impegnando nel ricordare i precedenti storici più ingarbugliati e piccanti. Sono anziano e li ricordo benissimo. C’è però una differenza sostanziale. In qualsiasi scontro calcistico che si rispetti all’inizio ci sta una sorta di reciproca melina volta a studiare le mosse dell’avversario per meglio calibrare le proprie. Poi arrivavano le giocate vere e proprie, spuntavano i fuoriclasse, i tiri in porta, gli assist, gli interventi difensivi, le parate spettacolari. Questa volta ho la sensazione che la politica non abbia risorse tecnico-tattiche e giochi al tanto peggio tanto meglio, spedendo il pallone in tribuna, facendo falli da debuttanti allo sbaraglio. Nessuno ha l’asso nella manica e tutti giocano a casaccio.
Le disgrazie non vengono mai da sole: a quella enorme della diffusa e letale malattia del covid fa riscontro quella di una malattia politica altrettanto grave e invasiva, consistente nella totale incapacità di interpretare le situazioni e rispondere adeguatamente ad esse. In assenza della politica ci si fa beffe della Costituzione, si sollevano polveroni pazzeschi intorno ai problemi, si gioca a “ciapa no”, si dividono i cittadini in buoni e cattivi per coprire la cattiveria di chi dovrebbe governare. La supplenza tecnico-scientifica, con tutto il rispetto che essa merita, non sta funzionando, con l’aggravante che nessuno osa criticare più di tanto i supplenti forse perché sa che i titolari del ruolo sono comunque peggiori. E non è ancora finita: si vedono dietro l’angolo ulteriori e paradossali disgrazie (per chi non l’avesse capito mi riferisco in primis, ma non soltanto, all’eventualità di Berlusconi come capo dello Stato). Infatti al peggio non c’è mai fine.
Sergio Mattarella credo abbia fatto un passo indietro per favorire una presa di coscienza ed un recupero di responsabilità dai partiti, messi giustamente ma provvisoriamente in panchina, se non addirittura in tribuna. Temo che non basti la spinta indiretta di Mattarella. Mia sorella usava spesso un’espressione dialettale, che tento di tradurre: “Quando non ce n’è, non se ne può spendere”.
Ecco perché alla fine diventa abbastanza probabile che Mattarella sia costretto a rivedere i suoi piani ed a restare al Quirinale, almeno per il tempo necessario a rimettere insieme i cocci dei partiti. Tireremmo tutti un sospiro di sollievo, ma la politica non può rimanere sempre in vacanza. Anche perché ne stiamo toccando con mano tutte le disastrose conseguenze.
Pensate un po’, l’altro giorno sono entrato in farmacia e ho sentito che per sottoporsi ad un tampone bisogna aspettare oltre dieci giorni. In due anni i nostri governanti non sono stati capaci di approntare un indispensabile sistema di screening anticovid. Non ho potuto tacere e ho così commentato ad alta voce: “Alla faccia di Draghi e Figliuolo…”. La farmacista mi ha regalato uno smagliante sorriso ed ha aggiunto: “Evidentemente questi signori non vanno mai in farmacia…”. Ho continuato con male parole, che non ripeto per carità di patria. E i partiti stanno a discutere sul diritto di voto per i parlamentari contagiati dal virus.
Per favore presidente Mattarella resti al suo posto, non si faccia scrupoli costituzionali, vada contro la sua sacrosanta discrezione. Però cominci anche a picconare, come diceva un suo illustre predecessore. Non abbia paura di esagerare. Ci aiuti a ritrovare il filo della matassa politica.