Gira e rigira ci siamo arrivati, dopo un lungo, interminabile e inspiegabile giro di valzer: obbligo vaccinale per i cittadini dai cinquant’anni in su (chissà perché se una persona ha quarantanove anni non ha l’obbligo…).
Prometto di non gufare, ma di pormi soltanto alcune domande. Una l’ho già posta nella parentesi di cui sopra, ma mi sembra troppo banale per insistervi. Vado invece molto più in profondità. L’introduzione dell’obbligo vaccinale è costituzionalmente legittima? Non sono un giurista, mi permetto di nutrire molti dubbi, anche se spero che, prima di assumere una tale decisione, il governo abbia chiesto autorevoli pareri al riguardo. Al di là delle rispettabili e specialistiche rassicurazioni e del conclamato stato di necessità (se c’è, c’era da tempo…), rimango dell’idea che si tratti di una forzatura pazzesca foriera di discriminazione, disordine sociale e sfiducia nelle Istituzioni. Il discorso però è un altro: se la misura è inattaccabile, se il vaccino è veramente l’unica e indispensabile arma di difesa per la salute dei cittadini, se si è convinti non dico dell’innocuità del vaccino ma almeno del saldo altamente positivo fra costi e benefici in una sorta di sperimentazione a campione globale, perché si è aspettato tanto ad assumere questa decisione?
Si temeva una rivolta sociale, che probabilmente non si farà attendere? Si temeva di non essere preparati a sostenere l’impatto strutturale ed organizzativo di una vaccinazione globale e generalizzata, cosa che andremo presto a verificare nei fatti (speriamo bene…)? Si temeva di instaurare un vero e proprio regime vaccinale con somministrazioni a ripetizione ad ogni stormir di variante? Si temeva che i cittadini più avveduti potessero intentare cause contro lo Stato in caso di conseguenze deleterie derivanti dalla vaccinazione? Si temeva di avvalorare l’idea di uno stato di emergenza continuo tale da paralizzare la vita del Paese? Si temeva di non riuscire a controllare gli evasori vaccinali e di non poterli punire adeguatamente? Si temevano i contrasti più o meno strumentali tra i partiti politici sostenitori del governo, ridotti ora a più miti consigli dalla recrudescenza pandemica?
Di tutto un po’! Siamo seri. Se la situazione era ed è così grave da giustificare simili estremi provvedimenti, bisognava avere il coraggio di assumerli per tempo. Meglio tardi che mai? Non ne sarei così sicuro, anche perché gli effetti benefici, ammesso e non concesso che vi siano, si faranno attendere non poco, considerati i tempi burocratici dell’entrata in vigore dell’obbligo, considerate le reiterate somministrazioni e i loro intervalli temporali, considerato che dopo la somministrazione occorrono diversi giorni per rendere attivi gli anticorpi, sperando che la struttura sanitaria regga l’impatto organizzativo, che gli approvvigionamenti vaccinali siano sufficienti e non vada in tilt tutto il sistema (sarebbe una beffa colossale).
Le riflessioni a caldo sono queste. In cauda venenum: non eravamo i migliori al mondo nella lotta al covid? Mi auguro che l’Italia, il primo Paese a introdurre l’obbligo vaccinale (non sarebbe stato meglio che una simile misura fosse concordata almeno fra i membri Ue?), continui ad essere la prima della classe e non, per eccesso di zelo o per smania di protagonismo, la cavia della situazione.