La “busnovela” vaccinale

Green Pass, le Regioni al governo: “Togliete gli obblighi per gli studenti sui bus”. L’accesso ai mezzi pubblici è riservato solo a chi ha il passaporto verde. I governatori chiedono in extremis una moratoria ma Palazzo Chigi dice no. Una moratoria almeno fino alle vacanze di Natale per garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti (anche a quelli che avrebbero già potuto farlo ma non si sono vaccinati) utilizzando i mezzi pubblici. “Non tutti hanno una farmacia vicino casa dove fare i tamponi e visto che i tempi per le vaccinazioni sono stretti e che poi occorrono 15 giorni per la validità del Green Pass servirebbe una parentesi per non escludere nessuno dal diritto di andare a scuola”.

Così scrive Alessandra Ziniti su La Repubblica. IL solito pasticcio all’italiana, altro che primi della classe nella lotta al coronavirus. Primi nel fare il solito casino. Se in Italia si è ottenuto qualche risultato migliore rispetto al resto del mondo, lo si deve al senso di paura e responsabilità di molta gente (non tutta!), non certo al buongoverno nazionale e regionale.

Resto sul problema dei trasporti urbani. In questi due anni non si è fatto niente per potenziarli a dovere, dal momento che rappresentato, oltre che un fondamentale servizio pubblico (peraltro molto importante per le classi sociali più deboli), un’inevitabile occasione di contatto fra la gente. Ma quali distanziamenti? Provate a salire su un bus in un’ora di punta e vi accorgerete della buffonata governativa, che troverà una ulteriore ridicola conferma nei controlli contro i viaggiatori abusivi: alla beffa di non riuscire a controllare un bel niente si aggiungerà il danno di ulteriori rallentamenti e disservizi in un settore già comunque disastrato.

Ma la cosa più ridicola è la pantomima regionale: i governatori del piffero hanno spinto per avere un giro di vite contro i non vaccinati, l’hanno in parte ottenuto, ed ora si accorgono che è (quasi) inapplicabile per gli studenti dal momento che la campagna vaccinale per loro è appena partita in mezzo ai soliti casini, dovuti anche alla fretta con cui sono state smantellate le strutture precedenti. Un tira e molla vergognoso per il quale proporrei un lock down riservato agli amministratori pubblici, che dovrebbero andare tutti a casa e rimanerci, lasciando magari fare al rimanente buon senso della gente.

Ammettiamo poi che i controlli sui mezzi di trasporto pubblico funzionino: gli studenti delle più basse fasce di età non ancora vaccinate dovrebbero avere via libera (pena un tampone al giorno che leva la voglia di frequentare di torno), quindi ulteriori accertamenti documentali sull’età di questi giovanissimi passeggeri; poi il controllo sui green pass tra una gomitata a l’altra (speriamo che qualche anziano nel frattempo  non ci rimetta il femore); poi i furbetti che troveranno il modo di sgattaiolare su e giù dai bus prendendo tutti per il naso; poi i rallentamenti nella marcia già da lumaca dei bus (per arrivare in orario agli appuntamenti occorrerà partire con un congruo anticipo); poi le multe, al limite della legalità, la cui entità non è dato di sapere e quindi a mio modesto parere, inapplicabili oltre che inopportune ed ingiuste.

Questa è la strenna natalizia di Draghi, Speranza, Bonaccini e c. Chi può, bypasserà i nuovi assurdi divieti, utilizzando i taxi; chi rimarrà più o meno impigliato nel casino combinato da chi ci (s)governa, si sfogherà con una nuova (?) imprecazione: covid? governo ladro!