Non scade mai il tempo sull’orologio dei ricchi

Atp finals, il giallo del furto a Medvedev: sparito l’orologio da 200mila euro mentre giocava la finale. Ricomparso nel cuore della notte, un dirigente dell’organizzazione si era offerto di restituirlo al campione, ma è intervenuta la polizia.

Paolo Viotti sul quotidiano La Repubblica racconta come di seguito il fatto curioso avvenuto a margine dell’evento sportivo.

“Un giallo ha tinto l’ultima notte della prima edizione delle Atp finals di tennis a Torino: la sparizione dell’orologio da 200mila euro di valore di Daniil Medvedev, numero due al mondo e secondo classificato nel torneo appena concluso al Pala Alpitour, un mondiale a tutti gli effetti tra i migliori otto tennisti dell’anno. Il prezioso Bovet ottantasei – come racconta La Stampa – è sparito dallo spogliatoio (in realtà una sorta di miniappartamento) assegnato al campione russo come agli altri sette partecipanti alle Atp. Un furto commesso durante la finale (persa) con il tedesco Zverev. Medvedev torna nello spogliatoio e scopre che l’orologio – prodotto in numero limitato: 86 come ricorda anche il nome – non c’è più. Scatta l’allarme. Decine di inservienti vengono impiegati nella ricerca del Bovet sparito nonostante un sistema di sicurezza sofisticato. Prima di mezzanotte Medvedev formalizza la denuncia del furto. Valore dell’orologio: duecentomila euro. Ma poi nel cuore della notte il Bove86 ricompare. Ma nel giallo c’è un ultimo giallo. Un dirigente delle Atp si incarica di riconsegnarlo al giocatore che nel frattempo ha lasciato Torino per tornare a Montecarlo. Ma viene fermato mentre sta per imbarcarsi in aereo: convocato in questura. La polizia ritira l’orologio. Sarà la questura a restituirlo al campione russo”.

Devo essere sincero? Mi dispiace che l’orologio sia stato ritrovato. Non sono interessato minimamente all’eventuale esito giudiziario della vicenda. Sarò un talebano dello sport: troppi soldi, troppo lusso, troppo divismo. Va benissimo essere dei professionisti, ma tutto ha un limite. Amo pensare che chi aveva sottratto l’orologio lo avesse fatto da Robin Hood, da bandito che ruba ai ricchi per dare ai poveri. È proprio vero: se avessero rubato il borsellino semi-vuoto ad un’anziana pensionata al minimo, nessuno si sarebbe preoccupato e la refurtiva non sarebbe mai stata ritrovata. Invece, l’orologio da sogno di un riccone travestito da sportivo, o viceversa, è stato immediatamente recuperato dopo una spasmodica ricerca. È un destino: i ricchi non devono mai piangere! Nel manzoniano romanzo I promessi sposi, fra Cristoforo che difende la debolezza dei poveri, grida in faccia a don Rodrigo che si diverte a tormentarli: “Verrà un giorno…”.