Le belle istituzioni addormentate nel bosco di regime

Nei giorni scorsi si è avuto un durissimo intervento del grande filosofo Giorgio Agamben, durante le audizioni in Commissione Affari costituzionali del Senato sul Decreto che prevede la estensione del Green Pass ai luoghi di lavoro. Un Decreto che, come noto, verrà applicato dal 15 ottobre, ma che il Parlamento è chiamato a convertire in legge. Quello lanciato da Agamben è un appello ai parlamentari che non ha precedenti e che evoca i fantasmi più lugubri della Storia dell’umanità. Ecco di seguito il testo integrale dell’intervento.

“Mi soffermerò solo su due punti che vorrei portare alla attenzione dei parlamentari che dovranno votare sulla conversione in legge del Decreto. Il primo è l’evidente, sottolineo la parola evidente, contraddittorietà del Decreto in questione. Voi sapete che il Governo con un apposito Decreto legge, il numero 44 del 2021, detto scudo penale ora convertito in legge, si è sentato da ogni responsabilità per i danni prodotti dal vaccino. E quanto gravi possono essere questi danni risulta dal fatto che l’articolo 3 del Decreto in questione, menziona esplicitamente gli articoli 589 e 590 del Codice penale che si riferiscono all’omicidio colposo e alle lesioni colpose.

Come autorevoli giuristi hanno notato questo significa che lo Stato non si sente di assumere la responsabilità per un vaccino che non ha terminato la sua fase di sperimentazione e tuttavia, allo stesso tempo, cerca di costringere con ogni mezzo i cittadini a vaccinarsi escludendosi altrimenti dalla vita sociale e ora, con il nuovo Decreto che siete chiamati a votare, privandoli persino dalla possibilità di lavorare. É possibile chiedo immaginare una situazione giuridicamente e moralmente più abnorme? Come può lo Stato accusare di irresponsabilità chi sceglie di non vaccinarsi, quando è lo stesso Stato che per primo declina formalmente ogni responsabilità in merito alle possibili gravi conseguenze, ricordate gli articoli 589 e 590 morte e lesioni del vaccino. Ecco vorrei che i parlamentari riflettessero su questa contraddizione che a mio avviso configura una vera e propria mostruosità giuridica.

Il secondo punto sul quale vorrei attirare la vostra attenzione non riguarda il problema medico del vaccino ma quello politico del green pass, che non deve essere confuso col primo, abbiamo fatto tantissimi vaccini senza che questo ci obbligasse a esibire un certificato. É stato detto da scienziati e da medici che il green pass non ha in sé alcun significato medico ma serve a obbligare la gente a vaccinarsi. Io credo invece che si possa e si debba dire il contrario, e cioè che il vaccino sia un mezzo per costringere la gente ad avere un green pass, cioè un dispositivo che permette di controllare e tracciare, misura che non ha precedente, i loro movimenti. I politologi sanno da tempo che le nostre società sono passate da tempo dal modello che un tempo si chiamava società di disciplina al modello delle società di controllo, società fondate su un controllo digitale virtualmente illimitato dei comportamenti individuali che divengono così quantificabili in un algoritmo.

Ci stiamo ormai abituando ai questi dispositivi di controllo, ma mi chiedo fino a che punto siamo disposti ad accettare che questo controllo si spinga? É possibile che cittadini e di una società che si pretende democratica, si trovino in una situazione peggiore dei cittadini dell’Unione sovietica sotto Stalin? Voi sapete forse che i cittadini sovietici erano obbligati a esibire un lasciapassare per ogni spostamento da un paese all’altro, ma noi siamo obbligati a esibire un green pass anche per andare al ristorante anche per andare in un museo anche per andare al cinema, e ora cosa ancora più grave col Decreto che si tratta di convertire in legge, anche ogni volta che si va a lavorare. Inoltre come è possibile accettare che per la prima volta nella storia d’Italia dopo le leggi fasciste del 1938 sui non ariani, si creino dei cittadini di seconda classe che subiscono restrizioni che dal punto di vista strettamente giuridico, ovviamente i due fenomeni non hanno nulla in comune e parlo solo di analogia giuridica, subiscano restrizioni che sono identiche a quelle che subivano i non ariani.

Tutto fa pensare cioè che i Decreti leggi vadano inquadrati in un processo di trasformazione delle istituzioni e dei paradigmi di governo della società in cui ci troviamo. Trasformazione che tanto più insidiosa perché, come era venuto per il Fascismo, avviene senza che ci sia un cambiamento del testo della Costituzione, ma avviene surrettiziamente. Il modello che viene così eroso e cancellato è quello delle democrazie parlamentari con i loro diritti, le loro garanzie costituzionali, e al loro posto subentra un paradigma di governo in cui, in nome della biosicurezza e del controllo, le libertà individuali sono destinate a subire limitazioni crescenti. La concentrazione esclusiva dell’attenzione sui contagi sulla salute mi pare impedisca infatti di percepire quale sia il significato di questa grande trasformazione e di renderci conto, come gli stessi governi del resto non si stancano di ricordarci, che la sicurezza e le emergenze non sono fenomeni transitori ma costituiscono la nuova forma di “governalità”. Credo che in questa prospettiva sia urgente che i parlamentari considerino con estrema attenzione la trasformazione politica in corso, che non si soffermino solo sulla salute. Che alla lunga del resto è destinata a svuotare il Parlamento dei suoi poteri riducendolo, come sta ora avvenendo, ad approvare semplicemente in nome della biosicurezza Decreti che emanano da organizzazioni e persone che col Parlamento hanno ben poco a che fare”.

 

Questo documento è stato snobbato a tutti i livelli, mediatici ed istituzionali. Credo invece che meriti di essere attentamente letto, oserei dire centellinato: ognuno può tirare le sue conclusioni, ma non può essere ignorato o sottovalutato.

Le massime autorità dello Stato e della Chiesa (visto che si è schierata pedissequamente, perdendo a mio avviso una buona occasione per tacere: anche il papa su questo argomento non si sta dimostrando all’altezza, dando tutto a Cesare e niente a Dio) dovrebbero rispondere, ma non lo fanno e non lo faranno, perché temo non abbiano argomenti seri per controbattere. Sta prevalendo, sotto forma di ragion di salute, la ragion di Stato che, come sosteneva Marco Pannella, nulla ha da spartire con lo stato di diritto.

Non so sinceramente fino a qual punto la situazione resisterà e non esploderà. Cosa ci sta a fare Marta Cartabia, ex-presidente della Corte Costituzionale e insigne costituzionalista, nel governo come ministro della giustizia? Sta avallando veri e propri mostri legislativi! Ecco perché temo che, nella superficiale e stucchevole aria femminista che tira, possa diventare presidente della Repubblica. Devo però ammettere che al riguardo anche Mattarella è piuttosto latitante: potrebbe benissimo invitare il Parlamento a riflettere e a ponderare la situazione giuridicamente insostenibile che si sta venendo a creare con la quasi certa apertura di contenziosi legali e di proteste di piazza. Anche Mario Draghi dovrebbe sentirsi in dovere di rispondere puntualmente (non con battute pseudo-etiche come ha fatto finora: i suoi limiti culturali si stanno purtroppo evidenziando e non si può dire mal comune mezzo gaudio) del proprio operato: tutti danno per scontato ciò che scontato non è affatto, anzi…

Le proteste di piazza si susseguono in un pericolosissimo crescendo: da una parte la violenza fomentata e strumentalizzata dall’estremismo di destra, dall’altra i pubblici poteri che rispondono picche. Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha telefonato al Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini, per esprimere a lui e a tutto il sindacato la piena solidarietà del Governo per l’assalto avvenuto alla sede di Roma. I sindacati sono un presidio fondamentale di democrazia e dei diritti dei lavoratori. Qualsiasi intimidazione nei loro confronti è inaccettabile e da respingere con assoluta fermezza. Il Presidente condanna inoltre le violenze che sono avvenute in varie città italiane. Il diritto a manifestare le proprie idee non può mai degenerare in atti di aggressione e intimidazione. Il Governo prosegue nel suo impegno per portare a termine la campagna di vaccinazione contro il COVID-19 e ringrazia i milioni di italiani che hanno già aderito con convinzione e senso civico. Sulla stessa lunghezza d’onda del premier anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella chiama il segretario della Cgil Landini per esprimere solidarietà e condannare le violenze. A nessuno viene in mente che le forzature democratiche creano i presupposti per reazioni negative: da una parte si rischia di offrire un brodo di coltura ideale per lo squadrismo per poi scandalizzarsi e condannare chi adotta metodi squadristi.

Paolo Gentiloni, il bel commissario addormentato nel bosco europeo, si è improvvisamente svegliato, scoprendo l’acqua calda, facendo una tremenda confusione e sbagliando completamente la mira: «L’onda sovranista si sta ritirando in Europa. È da questa bassa marea che emergono violenze squadriste come ieri a Roma. Guai a sottovalutarle: tolleranza zero verso chi aggredisce il sindacato e le forze dell’ordine. Ma le sfide che possono svelare la fragilità delle nostre democrazie vanno al di là dello squadrismo del sabato sera». Tra queste sfide, caro Gentiloni, c’è purtroppo anche la forzatura democratica di certa legislazione. Non si entra nel negozio di cristalleria della democrazia italiana con la pachidermica pesantezza del fanatico e strabico governante anti-covid.  Legga il documento di Agamben e risponda a tono, senza mescolare strumentalmente cause ed effetti.

Non si tratta di mettere o rimettere in discussione la decisione se vaccinarsi oppure no, ma di chiedersi se sia giusto, corretto e opportuno obbligare surrettiziamente e subdolamente le persone a vaccinarsi mettendo a repentaglio l’assetto democratico del Paese. Purtroppo rimarranno impigliati nelle gride manzoniana i soggetti più deboli, magari risucchiati dai violenti di turno, mentre i furbi si libereranno all’italiana di lacci e lacciuoli. Sono curioso di vedere se e come funzioneranno i controlli.

L’importante è tornare alla normalità: questo è l’obiettivo. Non quello di perseguire la salute delle persone. Il sistema va difeso a tutti i costi, altro che cambiamento! Se cambiamento c’è, è in peggio, a livello di “regime”. E non si pianga sulle vittime, perché delle vittime non frega niente a nessuno: il morto giace e il vivo si dà pace.