Gli idoli vaccinali

Nutro seri dubbi sulla validità delle cifre che ci vengono giornalmente propinate in materie di andamento dei contagi Covid. Ogni tanto spunta un conguaglio sul numero dei decessi: la cosa mi lascia alquanto perplesso. E poi questi dati andrebbero disaggregati e approfonditi, cosa che non viene fatta o almeno non viene comunicata alla gente (forse per carità di patria).

La voce ufficiale della scienza attribuisce l’inopinata (?) impennata di contagi ai devastanti effetti della variante delta ormai dilagante anche nel nostro Paese. Il buon senso mi induce a pensarla diversamente. Credo che la tendenza al rialzo sia prevalentemente dovuta alle distrazioni collettive di carattere giovanile, vacanziero e calcistico e alla relativa inefficacia dei vaccini preparati ed iniettati alla viva il parroco.

È inutile nascondersi che siamo tornati ad una virtuale normalità a prescindere dall’effettiva e permanente situazione di rischio. Se la Gran Bretagna è uscita dall’Europa, bisogna forse ammettere che in materia di covid l’Europa si è riconciliata con i governanti inglesi. Una vera e propria eurexit pandemica.

Per quanto concerne la Gran Bretagna faccio riferimento a quanto scrive Antonello Guerrera, corrispondente de La Repubblica: Sebbene i contagi siano in aumento, dal 19 luglio cadranno le restrizioni e si tornerà alla “normalità”. Per il primo ministro “i casi potrebbero salire a 50mila tra due settimane. Ma oramai dovremo convivere con il virus come se fosse un’influenza”. Critici gli scienziati.

Infatti su Lancet medici ed esperti sanitari pubblicano una lettera al governo Tory – finora ha raccolto le firme di oltre 4mila tra infermieri e medici – per chiedere che il ritorno alla normalità venga posticipato. Una richiesta supportata dal progressivo aumento dei contagi causa variante, che si innesta sulla fase finale degli Europei di calcio: domenica anche migliaia di tifosi italiani sono attesi a Wembley. Intanto gli ospedali in Gran Bretagna sono di nuovo sotto pressione causa Covid.

Ma il premier britannico non demorde e mette in mostra un vomitevole cinismo. Vado sempre a prestito da Antonello Guerrera: “Purtroppo dobbiamo abituarci a un aumento di morti per covid” ha detto a Downing Street in conferenza stampa Boris Jonson affiancato da due massimi esperti del governo. La frase ricorda terribilmente quel “molti nostri cari moriranno” pronunciata sempre a Downing Street da Johnson all’inizio della pandemia nel marzo 2020.

E poi c’è il discorso calcistico che la fa da padrone e mette in secondo piano ogni e qualsiasi prudenza. Una cosa è certa: a Boris Johnson il calcio non è mai piaciuto particolarmente. Ora però ci va pazzo. E non solo per l’Inghilterra che arriva in una spettacolare finale contro l’Italia a Wembley o per una qualche recente fulminazione sulla via della Damasco sportiva. Il calcio è potere, collante sociale, brand, peso internazionale, orgoglio brexiter. Per questo, il primo ministro britannico, che per la prima volta nel torneo si è presentato a Wembley con la moglie Carrie Symonds e la maglietta dell’Inghilterra “Boris 10” sulle spalle (dal numero civico di Downing Street), è sempre più affamato di calcio.

Gran Bretagna docet? Temo di sì. Boris Johnson mi ispira sfiducia a prima vista, mi dà l’immediata idea di essere una testa di cavolo prestata ad un Paese che vuole testardamente mangiare i cavoli a merenda. Però, bisogna ammetterlo, Lui ha il coraggio di dire apertamente quello che gli altri pensano abbondantemente. La Gran Bretagna accampa due primati: uno in materia di democrazia e uno in materia calcistica. E li combina a modo suo, declinando la democrazia con il più stupido dei liberalismi.

In Italia invece mettiamo in campo la triste combinazione di tre idoli che battono (?) il covid, tre virus altrettanto contagiosi che ci dovrebbero immunizzare: della serie virus scaccia virus. La più blasfema delle conversioni. Le tre follie che non conoscono limiti: calcio, vacanze, giovani. Il miglior modo di combattere la variante è attaccarsi all’immutabilità delle nostre follie e delle nostre idee fisse. Una partita di calcio, una vacanza, un raduno giovanile valgono ben più di una messa anti-virale. Evviva la brexit!