Dmanda a Vaia se ‘l vacén l’é bón

Ho avuto, mio malgrado, l’occasione di seguire, seppure parzialmente, l’intervista televisiva fatta da Mara Venier al professor Francesco Vaia, direttore dell’ospedale Spallanzani di Roma: un autentico torrente in piena di certezze, di rassicurazioni e di ottimismi. Ad un certo punto del discorso, inanellato a Domenica in, si è talmente infervorato da affermare trionfalisticamente che stiamo “massacrando il coronavirus”. A quel punto mi sono allontanato dal video per dedicarmi a qualcosa di più utile e serio.

Ma come si permette questo signore, con l’ausilio delle telecamere rai, di prendere per i fondelli tutti gli italiani, sottoponendoli ad un bagno di semplicismo e facendo loro credere che ormai ce l’abbiamo fatta!? Spargere ingiustificato ottimismo è peggio che lasciarsi bloccare dal pessimismo. In questo caso siamo ben lontani dalla teorizzazione gramsciana del pessimismo della ragione e dell’ottimismo della volontà.

Mi sembrava di essere a teatro, improvvisamente riaperto, per assistere alla performance riveduta e scorretta del dottor Dulcamara, il famoso personaggio dell’opera lirica “L’elisir d’amore”, il capolavoro di Gaetano Donizzetti: “Udite, udite, o rustici attenti non fiatate. Io già suppongo e immagino che al par di me sappiate ch’io sono quel gran medico, dottore enciclopedico chiamato Dulcamara, la cui virtù preclara e i portenti infiniti son noti in tutto il mondo… e in altri siti”.

Il suddetto professore decantava a tal punto il vaccino anti-covid, in tutte le sue marche e sottomarche, da indurmi a rammentare il bugiardino dell’elisir d’amore elaborato da Dulcamara: “È questo l’odontalgico mirabile liquore, dei topi e delle cimici possente distruttore, i cui certificati autentici, bollati toccar vedere e leggere a ciaschedun farò. Per questo mio specifico, simpatico mirifico, un uom, settuagenario e valetudinario, nonno di dieci bamboli ancora diventò. Per questo Tocca e sana in breve settimana più d’un afflitto giovine di piangere cessò. O voi, matrone rigide, ringiovanir bramate? Le vostre rughe incomode con esso cancellate. Volete voi, donzelle, ben liscia aver la pelle? Voi, giovani galanti, per sempre avere amanti? Comprate il mio specifico, per poco io ve lo do. Ei move i paralitici, spedisce gli apoplettici, gli asmatici, gli asfittici, gl’isterici, i diabetici, guarisce timpanitidi, e scrofole e rachitidi, e fino il mal di fegato, che in moda diventò”.

Proviamo a confrontare paradossalmente queste parole con quelle del bugiardino di Vaia, che ha così parlato della questione vaccini: “Non esiste una classifica di vaccini di serie A e B. Sono tutti validi ed efficaci. La classifica è stata creata da una cattiva comunicazione, dai balbettii e da improvvidi interventi anche in sede europea dove qualcuno ha detto ‘non compreremo più questo vaccino’. Ma non ha spiegato perché non lo compra”. Se si dicono queste cose, aumenta il disorientamento. Ormai è provato che i vaccini coprono le varianti e ce lo dicono gli studi avanzati e la campagna vaccinale di alcuni Paesi come Israele e Inghilterra. Chi dovesse essere di nuovo contagiato, è asintomatico, non andrà in ospedale, non rischia nulla. Ecco perché è fondamentale vaccinarsi. I cittadini devono andare in vacanza e per questo, bisogna organizzare la sanità pubblica di prossimità per vaccinarsi, arrivare anche magari a fare il vaccino in aeroporto. I vaccini ora arriveranno nelle farmacie, probabilmente quello scelto sarà il Johnson & Johnson. Figliuolo e Draghi stanno lavorando molto bene, nella direzione giusta. Quando si dice che occorre aiutare il turismo, bisogna farlo. Prima il tampone, oggi, invece diamo la possibilità di fare il vaccino in aeroporto. Lo faremo, per esempio a Fiumicino con il quale abbiamo uno stretto accordo. Abbiamo trovato molte varianti benigne perché infatti, non è detto che il virus muta sempre in peggio. Qualsiasi virus muta perché cerca di adeguarsi all’ambiente. Qualche volta lo fa in modo più pericoloso, con maggiore contagiosità o pericolosità. A volte invece fa venire la malattia in forma meno grave. Anche la variante indiana che tanto spaventa. Nell’esperienza concreta, nell’empirismo suffragato da dati certi, dico che abbiamo trovato tante varianti che sono benigne e non hanno dato aumento della contagiosità o della malattia in modo grave. Il vaccino ci salva dalle varianti? I vaccini che abbiamo in campo – ha sottolineato – ora sono tutti sufficienti per non sviluppare la malattia in forma grave o arrivare alla mortalità o ospedalizzazione. Tutti. Di converso dall’altra parte non è che esistono vaccini che ti proteggono al cento per cento, può essere che ci sia una percentuale di un 6 o 7 % che non protegga e poi ci sono i ’non responder’ quelli che non rispondono proprio al vaccino. Al momento è allo studio, allo Spallanzani, la possibilità di utilizzare i monoclonali come immunità passiva, cioè do direttamente gli anticorpi a chi non li ha prodotti con il vaccino. Il matrimonio perfetto, due strumenti che si possono integrare”.

Cosa volete che dica, sarò un disfattista, uno scettico incallito, ma trovo parecchie assonanze di stile e di toni nel paragone impossibile che mi sono permesso di proporre in senso provocatorio. C’è poco da fare, la scienza continua imperterrita a bombardarci di messaggi, oscillanti tra il catastrofismo di alcuni e il trionfalismo di altri. Molto probabilmente la verità starà nel mezzo, che però non è facile a trovarsi.

Capitan Trinchetto era il protagonista di un celebre Carosello, creato per pubblicizzare l’acqua minerale delle Terme di Recoaro. Si trattava di un simpatico marinaio che raccontava le sue fantastiche e fantasiose avventure per i sette mari… i suoi racconti erano conditi con molte esagerazioni, a dirla tutta “le sparava grosse”. E così in ogni episodio interveniva la voce fuori campo che invitava il marinaio a ridimensionare le sue storie, con la celebre frase “Cala Trinchetto”, e lui anche se a malincuore era disposto a ridimensionare le sue sparate.

Sarà perché ho vissuto e vivo con tanta preoccupazione al limite della depressione tutta la vicenda covid, che ho la triste presunzione di gridare, pur con tutto il rispetto che si deve al direttore di un importante e prestigioso ospedale: “Cala Vaia”. Anche se sono certo che lui non avrà l’umiltà di abbandonare le spacconate pseudo-scientifiche per limitarsi alle argomentazioni costruttivamente realistiche. Mi risponderà: “Ma tu chi sei per contraddirmi? Studia! Poi semmai se ne potrà parlare…”. “Ha ragione professore, mi scusi, perdoni la mia ignoranza, ma mio padre mi ha insegnato a dubitare “’d còj che all’ostaria (Domenica in) con un pcon ‘d gèss (intervista a Mara Venier) in sima la tavla (video televisivo) i metton a post tutt (stiamo massacrando il covid 19).