A scuola di ignoranza

Al dicastero dell’Istruzione si sta lavorando per creare “una scuola ‘affettuosa’, che sappia stare al fianco dei nostri bambini e ragazzi, che, partendo dai più fragili, sia punto di riferimento per tutta la comunità e le famiglie”, ha spiegato il ministro. Il numero uno del ministero dell’Istruzione è sicuro: “Avremo un’estate diversa: 510 milioni per dare continuità e per fare un ponte tra quest’anno e il prossimo. Le scuole inizieranno a valutare i ragazzi, facendo il punto di cosa sanno, su cosa devono sapere organizzando prima a giugno una valutazione che è un diritto degli alunni, ma anche un dovere. E poi a luglio e agosto, un recupero della socialità volontario”. “Stiamo dando delle opportunità come mai prima. Siamo fiduciosi, stiamo facendo una verifica, il clima è buono, si capisce che qualcosa è cambiato”, ha concluso il ministro Bianchi.

«Stiamo pensando a dei riconoscimenti per i professori che vogliono, che intendono lavorare dall’estate in avanti, per dare continuità e opportunità. Mettiamo a disposizione le risorse per la scuola e poi la scuola saprà come investirle meglio». A pensare ad un meccanismo premiale per il personale scolastico che garantirà il servizio nei mesi estivi è il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Anche se un sondaggio de «La tecnica della scuola» rivela che il Piano Estate non piace a ben l’80% degli interessati, tra docenti (67.1%), genitori (22.9 %), studenti (7.8%) e personale Ata (1.5%), e che quasi 9 insegnanti su 10 ha detto di non volere partecipare alle attività, contro appena il 7.5% dei Sì, il ministero prosegue sulla sua strada: scuole aperte dopo giugno e per i mesi successivi, per recuperare le lezioni perse con la pandemia.

Il ministro parla anche di Dad (didattica a distanza): nella scuola del futuro la didattica a distanza sarà presente, ma non sarà «quella che abbiamo visto l’anno scorso». Una delle priorità sarà «la capacità da parte di tutti di usare tutti gli strumenti, altrimenti – ha avvertito – sarà un altro modo di discriminazione». Per questo, è necessario trasmettere «il senso critico nell’uso degli strumenti, anche degli strumenti che usiamo oggi. E gli strumenti vanno usati, perché ci permettono di allargare la nostra visione».

Da tempo, ascoltando i pressanti inviti a riaprire le scuole in presenza, superando i dubbi sui rischi comunque esistenti in tal senso, mi dicevo: se fossi il ministro prorogherei l’anno scolastico in modo da recuperare, almeno in parte, il tempo e il terreno perduto. Mi chiedevo però come avrebbero reagito insegnanti e famiglie. Ebbene eccomi servito: il ministro ha elaborato proposte molto interessanti con tanto di stanziamento di fondi. Lui è stato molto democratico, facendo un discorso a livello volontario. Io sarei andato giù duro istituendo l’obbligatorietà per questi recuperi di insegnamento e apprendimento.

Purtroppo sono stato servito anche dalla reazione negativa di quanti vivono nella scuola. Tutti la vogliono e nessuno è disposto a sacrificarsi: la botte scolastica piena e la moglie didattica ubriaca. Presumo che i docenti abbiano l’incontenibile desiderio di andare in vacanza, come se non ne avessero fatto abbastanza…Le famiglie, che nei mesi scorsi erano disperate perché non sapevano dove collocare i figli, ora preferiscono averli a casa per poter programmare e vivere le ferie estive. Gli studenti, tutto sommato, sembrano i più seri e i più disponibili.

Immagino che ci sarà anche la levata di scudi degli operatori turistico-alberghieri, che si vedranno sottratta una consistente fetta di potenziali vacanzieri.  Io capisco tutti, ma non si può ragionare così! Credo che la scuola si stia rivelando sempre più irriformabile alla faccia di un ministro che fa sul serio, di fondi stanziati e di opportunità offerte. Se il dopo-pandemia è questo, stiamo freschi. Poi non lamentiamoci se oltre il virus dilagherà l’ignoranza. Preferiamo l’ignoranza ad un po’ di impegno aggiuntivo. Che vergogna!