La vaccinazione alla “sperindio”

“Studi sul vettore virale: «Possibili trombosi, ictus e ischemie anche per gli anziani». Ema verso lo stop. Mentre i vaccini a Rna messaggero, come quello di Pfizer, decollano con l’arrivo di sette milioni di dosi in più da qui a giugno, rischiano di rimanere a terra quelli a vettore virale come AstraZeneca e Johnson&Johnson. Per ora riservati solo agli over 60, ma a rischio di ritiro da qui a qualche settimana se gli studi in corso dovessero dimostrare un’incidenza dei rari casi di trombosi cerebrale superiore alla norma anche nella popolazione anziana”.

Così l’incipit di un articolo del quotidiano La Stampa, forse un po’ datato, perché la situazione vaccinale varia minuto per minuto. A costo di essere pedantemente ripetitivo mi chiedo: e tutti i soggetti finora vaccinati con AstraZeneca? E quelli che vengono tuttora vaccinati con questo farmaco?

Ricordo tanto tempo fa un curioso episodio della nascita di un bambino di pelle nera da due genitori di pelle bianca. Al potenziale padre venne immediatamente il sospetto che la moglie lo avesse tradito con un uomo di colore ed i medici tentarono di spiegargli che si poteva essere verificato uno scherzo genetico, spiacevole, rarissimo, ma possibile. Penso che allora non fosse ancora possibile appellarsi alla prova del Dna e quindi quello sfortunato padre-marito fu costretto a berla da botte, oltre tutto beffeggiato da battutine stupide e cattive facilmente immaginabili. Chi, dopo essere stato vaccinato, si vedesse colpito da trombosi, ictus o ischemia, ammesso e non concesso che facesse in tempo a rendersene conto, non si sentirebbe appagato dalla legge dei grandi numeri e dai rassicuranti calcoli di costi-benefici in capo all’intera popolazione.

Non è ammissibile il vergognoso balletto vaccinale, in cui sono impegnate troppe ballerine (gli scienziati) e troppi nani (le autorità di vario tipo e livello), che ha l’effetto di creare panico tra i vaccinati ed i vaccinandi e di compromettere sul nascere la credibilità di una campagna peraltro fondamentale nella guerra al coronavirus. Si sta portando avanti una sorta di sperimentazione di massa alla “sperindio”.  Non so se sia scientificamente inevitabile, so che è umanamente inaccettabile. Fin dove tutto dipenda da fatti imponderabile e imprevedibili o dalla fretta e dalla disorganizzazione, cattive consigliere, non saprei. La verità starà probabilmente nel brutto mezzo di una vicenda certamente tragica e paradossalmente incerta.

Siamo partiti dall’idea di riservare il vaccino AstraZeneca, considerandone la sua relativa efficacia, ai soggetti under 60 in quanto meno esposti al rischio mortale. Poi improvvisamente vengono a galla i casi di morti sospette: inizialmente si dice che non sono provati i collegamenti con la vaccinazione. Poi si nota che il collegamento c’è a livello di compromissione nella circolazione sanguigna ed allora si retrocede in difesa, mettendo in campo il discorso della minima incidenza dei casi rispetto alla grandissima quantità delle somministrazioni effettuate. Ad un certo punto però alcuni Stati partono in quarta e interrompono l’uso di questo vaccino: l’Italia, seppure in ritardo, si accoda. Arriva il responso di Ema che toglie le castagne dal fuoco: AstraZeneca è valido e si può proseguire con qualche cautela in più. Contrordine compagni: AstraZeneca verrà somministrato agli over 60 in quanto meno esposti al rischio di coagulazione del sangue (chi sa il perché è più bravo di me). E la seconda dose per chi ha già avuto la prima di AstraZeneca? Chi decide di utilizzare un altro vaccino (vedi Francia), chi intende proseguire andando fino in fondo con questo chiacchieratissimo farmaco. Qualcun altro decide di sbarazzare il campo togliendolo dalla circolazione, altri (come l’Italia) andranno avanti in attesa di una ulteriore pronunciamento dell’Ema in attesa di esaurire le scorte ma soprattutto in attesa che arrivi una grossa quantità di vaccino più sicuro (Pfizer), visto che trombosi, ictus e ischemie si verificano anche a danno di persone anziane. Nel frattempo anche il vaccino Johnson&Johnson, che utilizza lo stesso meccanismo antivirale, entra nell’occhio del ciclone negli Usa, ne viene bloccato l’utilizzo e ne viene fermata l’esportazione in Europa proprio nel momento in cui sembrava una valida alternativa (provvedimento successivamente rientrato).  Fra qualche settimana non è improbabile che AstraZeneca e Johnson&Johnson, sulla base di ulteriore pronunciamento di Ema (l’autorità sanitaria europea), seguito a ruota da quello di Aifa (l’autorità sanitari italiana), vadano in cavalleria sostituiti dai vaccini più sicuri(?), vale a dire Pfizer e Moderna, che si basano su un altro procedimento virologico (si dirà cosi?).  Staremo a vedere e speriamo bene…non ci si capisce più niente.

Nel frattempo la campagna vaccinale va avanti con la diligenza del buon Figliuolo di Stato, che dovrà essere a prova di pronunciamenti ondivaghi e di flussi incerti: speriamo in lui, è un generale dell’esercito con il compito di comandare l’armata brancaleone. Qualcuno, in vena di anacronistici purismi istituzionali, osserva che i militari dovrebbe fare un altro mestiere. Bene, non manca altro che impegnarci a delegittimare questo signore, che ce la sta mettendo tutta.  Non gli sarà facile mettere ordine nel disordine generale. Certo non potrà pensare di mettere in fila e sull’attenti i cittadini con un ordine secco calato dall’alto e tanto meno l’Europa, le aziende farmaceutiche, le autorità sanitarie. Mi accontenterei che mettese in fila i governatori regionali. E gli scienziati? A loro, che sono sempre sull’attenti mediatico, dia il “riposo” sanitario che meritiamo noi poveri vaccinandi in cerca di vaccino.