Ma fateli tacere!

Se vedo un personaggio equivoco che si aggira nei miei paraggi con tanto di fucile, telefono alla redazione di un giornale o alla polizia? Non avrei alcun dubbio e penso che nessun soggetto ragionevole ne avrebbe. L’ho presa su un po’ larga per arrivare al dunque delle esternazioni dei virologi peraltro in contatto con alti livelli della pubblica amministrazione. È dall’inizio della pandemia che questi signori continuano a gridare al lupo, ad elargire analisi e consigli nelle sedi sbagliate, in contraddizione fra di loro e senza un minimo di riservatezza ed equilibrio, creando allarmismo e difendendosi accusando i pubblici poteri di conoscere i rischi devastanti che stiamo correndo e di tacerli per non creare allarmismo.

Il presidente Draghi ha invitato i ministri a parlare coi fatti e a impostare la comunicazione all’insegna della sobrietà. Forse sarebbe opportuno che estendesse l’invito anche agli scienziati, quelli che hanno qualche tipo di rapporto con i pubblici poteri. Certi atteggiamenti da primadonna non li sopportavo nelle primedonne vere e proprie, quando bazzicavo i teatri d’opera, figuriamoci se posso ammetterli per uomini e donne di scienza alle prese con una materia delicatissima come il Covid.

Allargando il discorso, è ora di finirla col seminare zizzania, col dire e disdire, col cambiare le decisioni all’ultimo minuto, col fare casino nel casino. Si abbia il coraggio di prendere una linea di indirizzo e di andare avanti in base a quella, smettendola di creare incertezza e confusione nella gente già sufficientemente angosciata per ragioni sanitarie ed economiche.

Il governo Conte bis aveva adottato una (non) linea di intervento, preferendo rincorrere gli effetti del virus piuttosto che prevenirli, scegliendo, dopo una prima fase iniziale, un atteggiamento morbido per salvare capra e cavoli. Non biasimo, ma non credo sia la cosa migliore da fare. Il decisionista Draghi ci porti su un altro terreno, magari molto più aggressivo ed invasivo, ma volto ad ottenere qualche risultato concreto che ci consenta di respirare. Il discorso vale per le restrizioni comportamentali e per il piano vaccinale. Siamo nel caos totale ed è assolutamente necessario mettere ordine.

Lungi da me tentare di interpretare “dietrologicamente” le scelte operate da Mattarella e Draghi nella formazione del nuovo governo. Tuttavia mi viene spontaneo chiedermi: come mai proprio il ministero più teoricamente vocato alla tecnica ed alla scienza, vale a dire quello della sanità, è rimasto nell’area squisitamente politica? Non credo si sia voluto dare un contentino a Leu sulla pelle degli italiani, non voglio pensare che si sia inteso fare un piacere a Roberto Speranza togliendo speranza alla gente, non posso immaginare che si sia voluto sacrificare un ministero così importante sull’altare della continuità, né tanto meno evitare di ammettere errori ed omissioni del passato proseguendo nel solco tracciato dal precedente governo. Ritengo piuttosto che ci sia stata e ci sia l’intenzione di riaffermare il principio della titolarità delle decisioni spettanti alla politica, che quindi non può appiattirsi sulla tecnica, abdicare nei confronti della scienza e deve governare sintetizzando la complessità delle questioni da decidere. È curioso che un governo a valenza prevalentemente tecnica abbia fatto questa scelta in apparente contraddizione con la propria natura. Anche questa è una decisione sicuramente meditata e soppesata, che risponde all’esigenza di ridimensionare il ruolo di Cts e simili, costringendoli a chiacchierare e spadroneggiare meno e a lavorare di più.

Non voglio criminalizzare i tecnici addetti allo studio del fenomeno pandemico, ma chiedere loro discrezione, sobrietà, riservatezza e rispetto dei confini mi pare alquanto opportuno. Ormai credo che tutti abbiano capito la gravità della situazione, perciò non c’è bisogno di messaggi e dati choccanti, ma di consigli utili e praticabili.

E i media devono smettere di vomitare in continuazione opinioni in libertà: non è questo il loro mestiere. Non fanno altro che confondere le idee a tutti, inoculando in tutti la sensazione di impotenza e di catastrofe. La pandemia è diventata l’occasione per dare libero sfogo alle chiacchiere, una sorta di macabro gossip collettivo. Basta!!!