I lapsus “fascistiani”

In onore di un dipendente comunale di Napoli è stata organizzata una festa di commiato dal lavoro, culminata con il taglio di una torta su cui era impresso il volto di Benito Mussolini. A rivelare quanto accaduto – dopo aver appreso della cerimonia attraverso post e foto dei partecipanti – sono stati i presidenti della Federazione Italia Israele, Giuseppe Crimaldi, e dell’associazione Italia-Israele di Napoli, Amedeo Cortese. L’autore del dono speciale, un consigliere municipale, ha anche riservato una dedica particolare al festeggiato descrivendolo, con la scritta sulla torta, ‘un grande uomo e un grande camerata’.

Non è finita lì, perché a Cogoleto, in quel di Genova, dopo i primissimi accertamenti della Digos, sono già finiti nel registro degli indagati tre consiglieri comunali, che mentre votavano le delibere facevano il saluto romano. L’iscrizione è avvenuta dopo che gli agenti della Questura hanno raccolto le testimonianze di chi era in Consiglio Comunale proprio nel giorno della Memoria, il 27 gennaio. Gli inquirenti hanno accertato che c’erano tutti i presupposti per contestare la violazione dell’articolo 4 della legge Mancino, ovvero “la pubblica esaltazione di esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”. Secondo il magistrato competente “deve essere chiaro che nel nostro ordinamento il razzismo e l’antisemitismo non sono opinioni, ma delitti. Quando succedono certi fatti, la reazione deve essere immediata”. A denunciare pubblicamente l’accaduto era stato il sindaco di Cogoleto che aveva condannato l’episodio attraverso la sua pagina Facebook. Gli agenti della Digos sono andati poi a Cogoleto per raccogliere le testimonianze dei consiglieri e dei dipendenti comunali presenti in aula al momento del voto e acquisire la videoregistrazione originale del consiglio comunale.

Sono episodi inqualificabili da tutti i punti di vista, penalmente rilevanti, eticamente e politicamente squallidi e vomitevoli. La mia riflessione però è molto più profonda e imbarazzante: tendo cioè a considerare, in un certo senso, questi comportamenti come “lapsus freudiani”. Si considerano come tali errori e mancanze, ritenute dai più come sinonimo di poca attenzione, che assumono un significato completamente diverso secondo la psicanalisi la quale li considera tutt’altro che casuali, ma imputabili, invece, alla presenza di contrasti interni all’individuo fra il suo volere cosciente e le sue tendenze inconsce. Non so tracciare un confine preciso fra conscio ed inconscio, ma credo che la mentalità fascista con tutto quel che ne consegue continui purtroppo a sporcare la nostra anima democratica.

Cosa voglio dire? Negli italiani nonostante tutto permane una spinta inconscia a rivalutare il fascismo. Non è stata ancora rimossa questa triste esperienza dalla coscienza individuale e collettiva. Ogni tanto appaiono punte dell’iceberg fascista. È gravissimo ed inquietante. Non si tratta di goliardate, ma di rigurgiti emblematici di una fragilità democratica che trova sfogo in episodi particolari. Se c’è qualcuno che ha voglia di scherzare su questi temi, lo vada a fare nel suo gabinetto; se c’è qualcuno che dice sul serio, vada in galera a cantare le sue nostalgie; se c’è qualcuno che nutre ancora qualche dubbio, abbia il buongusto di rileggere la storia ed ascoltare le testimonianze da essa provenienti.

Nell’intervento durante la celebrazione della Giornata della Memoria il presidente Mattarella ha dichiarato: «(…) Sorprende sentir dire, ancora oggi, da qualche parte, che il Fascismo ebbe alcuni meriti, ma fece due gravi errori: le leggi razziali e l’entrata in guerra. Si tratta di un’affermazione gravemente sbagliata e inaccettabile, da respingere con determinazione. Perché razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile conseguenza. Volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale, intervento in guerra contro uno schieramento che sembrava prossimo alla sconfitta, furono diverse facce dello stesso prisma. (…) Focolai di odio, di intolleranza, di razzismo, di antisemitismo sono infatti presenti nelle nostre società e in tante parti del mondo. Non vanno accreditati di un peso maggiore di quel che hanno: il nostro Paese, e l’Unione Europea, hanno gli anticorpi necessari per combatterli; ma sarebbe un errore capitale minimizzarne la pericolosità (…)».