I pogiôi in stra’ méstra

Siamo soliti sbirciare la politica italiana dalla finestra sul cortile, non andiamo oltre, dimenticando che c’è anche un altro punto di osservazione più largo e globale, quello della veranda aperta sul mondo, che ci guarda con attenzione, ci giudica impietosamente e ci capisce poco.

Tutta la vicenda dei governi Conte è fortemente influenzata dagli osservatori interessati ai destini del nostro Paese più di quanto si possa immaginare. Il primo governo, quello giallo-verde, fu sopportato con ironica spocchia: dove vuoi che vadano questi apprendisti stregoni in vena di esperimenti goliardici? Infatti andò proprio così: Di Maio faceva la parte del ragazzino presuntuoso, Salvini giocava a fare il bullo da strapazzo, Conte ammetteva nei pourparler di essere a disagio e di non poterne più. Il vaso traboccò e si formò un nuovo governo all’ombra della Unione Europea, con l’equivoca simpatia di Trump, con la diplomatica benedizione del Vaticano e con la infinita pazienza di Sergio Mattarella.

Tutti pensano che a mettere in crisi il secondo governo Conte sia stato Matteo Renzi con la sua arcinota intemperanza che rischia di fare rima con petulanza. Forse ha avuto il merito di dire quello che tutti pensavano: il capolinea era ormai in vista. Negli Usa l’aria era cambiata, l’Europa era stanca dei tira e molla, i vescovi capivano che a palazzo Chigi non c’erano più De Gasperi, Moro e nemmeno Andreotti, Mattarella fiutava odore di bruciato in un Paese stremato.

Ricordo, molto tempo fa, a margine di un convegno politico, di avere indotto un carissimo amico ad intervenire in modo duramente critico, talmente duro che io stesso cominciai ad inveire contro di lui a contestarlo dopo averlo gasato: ho ancora presenti gli sguardi smarriti che mi rivolse e non vado oltre… Forse al Conte bis è successo così: lo hanno gasato, ma quando si sono accorti che il pallone si stava sgonfiando hanno pensato bene di riprendere in mano la situazione, senza creare ulteriori danni, ma sottoponendo Conte ad una sorta di stretto tutoraggio.

L’Unione Europea vuole vederci chiaro e chiede luce a Mattarella; gli Usa vogliono riprendere finalmente il discorso e chiedono appoggio a Mattarella; i vescovi si fidano solo di Mattarella. Ecco come nasce il terzo governo Conte: non lo si dice, ma lo si fa. Non per il senso di responsabilità della pattuglia improvvisata dei cosiddetti costruttori: loro fanno solo da copertura ad una manovra ben più ampia, articolata e profonda. Non per l’insistenza dei grillini alla canna del gas: si sono rapidamente trasformati da lupi dell’antipolitica ad agnelli della pseudopolitica. Non per un rigurgito di vitalità del sempre più burocratizzato e imbalsamato partito democratico: fanno la foglia di fico e danno una innocua spruzzata di sinistra. Non per fare un dispetto al centro-destra: fanno malissimo la parte dei bastian contrari e assomigliano più loro ai capponi di Renzo che non gli esponenti ufficiali del crocchio giallo-rosso (forse nessuno li ha informati che Trump sta andando a casa). Non per un bel gesto berlusconiano: è da anni che è alla ricerca del riscatto e, quando se ne profila l’occasione, qualcuno della sua parte politica lo disturba (peccato!).

Il terzo governo Conte, comunque lo si definisca, nasce sotto tutela: alla prima che mi fai ti licenzio e te ne vai. È questo il coretto che gli stanno cantando e che continueranno a cantargli e, tutto sommato, meno male che qualcuno ha avuto la freddezza di farlo. Tutti con un palmo di naso: Renzi e c. che pensavano di essere protagonisti di una svolta storica; il M5S che crede di essere il perpetuo perno della non politica; il PD che anziché liberarsi di Renzi finisce per incollarsi a Conte e rimanere in balia delle onde mondiali; il centro-destra che non riesce a capacitarsi della stranezza di “mors mea vita tua”; i media che chiacchierano molto e non capiscono un cavolo; la gente che continuerà a godersi i nervi d’acciaio di Conte, capendo, strada facendo, che si tratta in realtà di un personaggio difficile da capire, tutto da scoprire e da tenere sotto pressione.

E se succederà l’incidente, Mattarella tirerà fuori la polizza assicurativa del governo tecnico (magari il Conte-quater zeppo di personaggi illustri con tanto di avallo internazionale): sarà il meno funesto degli incidenti politici della storia. E la pandemia da Covid 19? Succederà come a quella donnetta che al rientro dalla partecipazione a un funerale andava dicendo: “Am son pràn divartidä, am son pràn divartidä!!!”