Papocchio 2.0 = Prevost-Meloni

Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera): Sono ore di grande tensione tra la Nato e la Russia, si parla di guerra ibrida, prospettive di cyber attacchi e cose del genere. Lei vede il rischio di una escalation, di un conflitto portato avanti con nuovi mezzi come denunciato dai vertici Nato? E, in questo clima, ci può essere una trattativa per una pace giusta senza l’Europa che è stata in questi mesi sistematicamente esclusa dalla presidenza americana?

Papa Leone XIV: Questo è un tema evidentemente importante per la pace nel mondo, però la Santa Sede non ha una partecipazione diretta perché non siamo membri della Nato e di tutti i dialoghi finora. Anche se tante volte abbiamo chiesto il cessate il fuoco, dialogo e non guerra. E una guerra con tanti aspetti adesso, anche con l’aumento delle armi, tutta la produzione che c’è, cyber attacchi, l’energia. Ora che arriva l’inverno c’è un problema serio lì. È evidente che, da una parte, il presidente degli Stati Uniti pensa di poter promuovere un piano di pace che vorrebbe fare e che, almeno in un primo momento, è senza Europa. Però la presenza dell’Europa importante e quella prima proposta è stata modificata anche per quello che l’Europa stava dicendo. Specificamente penso che il ruolo dell’Italia potrebbe essere molto importante. Culturalmente e storicamente, la capacità che ha l’Italia di essere intermediaria in mezzo a un conflitto che esiste fra diverse parti. Anche Ucraina, Russia, Stati Uniti… In questo senso io potrei suggerire che la Santa Sede possa incoraggiare questo tipo di mediazione e si cerchi e cerchiamo insieme una soluzione che veramente potrebbe offrire pace, una giusta pace, in questo caso in Ucraina. (dalla conferenza stampa di Papa Leone XIV durante il volo di ritorno dal Libano verso Roma)

Dopo la sviolinata a Erdogan, ecco l’assist al governo italiano. Mi chiedo: non si è accorto il Papa che l’Italia a livello internazionale è molto fumo e poco arrosto, che non ha né il coraggio, né la capacità, né la credibilità per intromettersi seriamente nelle trattative di pace?

Sarò prevenuto e sospettoso (chiedo scusa per la mia sgarbata impertinenza e per la scarsa deferenza), ma continuo a intravedere mosse diplomatiche piuttosto avventate e alquanto discutibili di Papa Leone XIV. Questa volta gli consiglierei, prima di parlare, di confrontarsi riservatamente con Sergio Mattarella. È lui l’unico interlocutore serio ed attendibile a livello italiano e, oserei dire, anche a livello europeo.

Non sono sicuro di avere capito bene. Se ho capito male, chiedo umilmente scusa: resta comunque in me la sensazione di pericolosa improvvisazione. Il Papa pensa che la Santa Sede e l’Italia possano cercare insieme soluzioni di pace per l’Ucraina? Santità, guardi che la politica è come la musica: bisogna capirla! E con chi vorrebbe concordarla questa azione? Col ministro Tajani? Ma mi faccia il piacere… Con la premier Meloni? È in tutt’altre tattiche impegnata, vale a dire a leccare i piedi a Trump (mi sono contenuto…)!

Ripeto: prima di parlare a vanvera ascolti i consigli del nostro Presidente della Repubblica e poi magari conti fino a dieci. Il consiglio vale a maggior ragione se intendeva ipotizzare un’azione concordata tra Santa Sede ed Europa. Sempre più difficile, come dicono in ambienti circensi.

E il suo Segretario di Stato cosa ne dice? Forse ne capisce un po’ di più. Se non ha fiducia in lui, lo sostituisca, ma tenga fede al buon proposito di agire con un gioco di squadra, almeno con i cardinali, che l’hanno eletta o che comunque hanno le mani in pasta. Faccia quattro chiacchiere magari con il cardinale Zuppi, che sta dimostrando di avere, oltre una importante esperienza acquisita sul campo, una notevole preparazione diplomatica e idee chiare e concrete sul ruolo umanitario e non politico della Santa Sede.