Papa Leone indietrista, ma solo un pochettino

Nelle scorse ore ha destato curiosità l’introito arrivato a Papa Leone XIV da parte dello Ior, la “banca del Vaticano”. Un dividendo importante frutto degli utili fatti registrare dall’Istituto per le Opere di Religione. Ora, invece, un’altra questione ha suscitato interesse per quanto concerne il Pontefice. Prevost, infatti, ha ricevuto i Nunzi tra cui era presente anche “padre” Georg Gänswein, segretario di Papa Benedetto XVI ed ex prefetto della Casa Pontificia che in passato non aveva avuto un feeling ottimale con Bergoglio con il quale c’erano state diverse polemiche.

A seguito di quella pubblicazione, viste anche le tempistiche – solamente pochi giorni dopo il funerale del Papa emerito – Francesco aveva cercato di tenere a bada ogni discussione salvo poi rilasciare nel libro intervista con il giornalista Javier Martinez Brocal ‘Il Successore’ parole di accusa verso lo stesso Georg accusato di aver avuto una “mancanza di umanità e nobilità d’animo” per quelle anticipazioni nel giorno dei funerali di Ratzinger.

In questa ottica, l’incontro avvenuto in Vaticano tra Papa Leone XVI e Georg sa tanto di “smacco” a Francesco. Il Corriere della Sera, edizione Roma, infatti, ha parlato di un faccia a faccia breve con tutti i Nunzi ma ha anche sottolineato come questo sia stato “caldo” e “formale”. Nello specifico con Gänswein “si è intrattenuto un po’ di più, sorridendogli e quasi abbracciandolo”.

Secondo quanto riferito dal quotidiano, questa situazione potrebbe far pensare “che per l’attuale Nunzio Apostolico in Lituania, Estonia e Lettonia, possa finalmente aprirsi uno spiraglio per un rientro in Vaticano”, dopo le tensioni e le polemiche del passato con Bergoglio. Al momento non sappiamo se si possa essere trattato solo di un comportamento cordiale da parte di Prevost verso Georg o se dietro possa esserci di più ma senza dubbio l’incontro ha suscitato grande attenzione.

Conversando con alcuni amici ho ammesso di non avere ancora elaborato il lutto per la morte di papa Francesco. Elaborare il lutto significa affrontare il processo di accettazione e trasformazione del dolore causato dalla perdita di una persona cara. Questo processo, che può essere lungo e difficile, permette di elaborare le emozioni intense che si provano, come tristezza, rabbia, colpa e senso di vuoto. L’elaborazione del lutto aiuta a integrare la perdita nella propria vita, a trovare un nuovo equilibrio emotivo e a riprendere a vivere con serenità.

Ebbene evidentemente non mi sono ancora ripreso dal trauma, mi sento vedovo di Bergoglio e pensare che non sempre ero d’accordo con le sue posizioni, anche se le accoglievo sempre a coscienza aperta, come si fa con un padre.

Ho sempre avuto un atteggiamento ipercritico nei confronti della Chiesa pur sentendomi in essa a pieno titolo e papa Francesco era lì a garantire la mia appartenenza e a rassicurarmi nel comportamento spesso trasgressivo, non per giustificarlo a priori, ma per capirlo. In poche parole ero e sono un cattolico borderline, tentato di andarmene, ma deciso a rimanere nonostante tutto e, durante questi ultimi quindici anni, nella consapevolezza di avere un padre che mi accettava per quello che ero.

La situazione mi si è cambiata e sento di avere perduto un punto di riferimento indispensabile: lo deduco da tante giornaliere impressioni, da tanti indizi che temo finiscano per costituire una prova della discontinuità di papa Prevost rispetto a papa Bergoglio. Prima durante e dopo il conclave si sono sprecate buone intenzioni di rimanere nel solco della pastorale bergogliana: alle parole rassicuranti fanno seguito scelte piuttosto equivoche.

Mancava solo l’azzimato padre Georg Gänswein, allontanato giustamente da papa Francesco per i suoi comportamenti assai poco sinceri e leali. Non entro nel merito, perché mi riferisco a un discorso complessivo di cui l’eventuale riavvicinamento col segretario di papa Ratzinger non è che un piccolo elemento.

Si tratta infatti di un rosario di segnali in netta controtendenza, prontamente colti da certa stampa anti-bergogliana o comunque filo-prevostiana. Mi si dirà che sono piccoli fatti, magari strumentalizzati, da non sopravvalutare: d’accordo, ma…

Temo la normalizzazione vaticana con un ritorno al tradizionalismo, che vuol dire quieto vivere in nome di una finta ma comoda unità.  Si sta componendo un furbo e articolato mosaico “indietrista”.

Se è vero, come è vero, che io non ho ancora elaborato il lutto, v’è chi lo ha superato con molta velocità e quasi con sollievo. Mi sono ripromesso di individuare testardamente tutte le mosse contrarie all’eredità bergogliana, così, tanto per (non) divertirmi a ritornare nelle ristrettezze del mio (non) sentirmi Chiesa. Sarò pronto a ricredermi, a fare ammenda, a chiedere scusa, persino a gridare evviva papa Leone.