La realpolitik della più tremenda delle vendette

I Patagarri hanno gridato Palestina libera sul palco del concerto del Primo maggio e le polemiche non si sono placate, anzi stanno man mano diventando sempre più forti e sono arrivate anche in parlamento. I fatti sono questi, ospiti del palco di Piazza San Giovanni in Laterano, la band protagonista dell’ultima edizione di X Factor oltre a cantare l’ultimo singolo I sogni e il loro cavallo di battaglia, Caravan, hanno anche deciso di usare una canzone popolare ebraica, Hāvā Nāgīlā, ribaltandola e usandola per manifestare la loro vicinanza al popolo palestinese: “Quando abbiamo scoperto la storia di questo brano, che risale al 1917 e che è legata alla legittimazione delle prime comunità ebraiche in Palestina, abbiamo capito che l’unico modo per suonarlo oggi era accompagnarlo con un messaggio chiaro: Palestina libera” ha detto la band all’AGI.

Eppure questa scelta ha scatenato le critiche della comunità ebraica di Roma che nella persona del Presidente Victor Fadlun che ha dichiarato: “Appropriarsi della nostra cultura, delle melodie a noi più care, per invocare la nostra distruzione, è ignobile”, aggiungendo “Ascoltare una nostra canzone dal palco del Primo Maggio in diretta tv, culminante nel grido ‘Palestina Libera!’, lo slogan delle piazze che invocano la cancellazione di Israele, è un insulto e una violenza inaccettabile”. Fadlun, quindi, unisce il grido Palestina Libera, che esprime vicinanza al popolo palestinese, a un significato nascosto, sottintendendo che quel grido voglia significare la voglia di distruggere Israele, cosa mai detta dalla band. (fanpage.it)

Le reazioni scandalizzate sono state molte. Io personalmente non mi scandalizzo per l’intervento dei Patagarri, ma per il fatto che Italia, Europa e Usa non condannino apertamente la incredibile e infinita rappresaglia israeliana che sta cancellando una popolazione dalla faccia della sua terra. Oltre tutto lo Stato di Israele è un nostro alleato e noi ci rifiutiamo ipocritamente di prendere le distanze dal suo governo e dal suo premier nei cui confronti esiste un mandato di cattura da parte della Corte dell’Aia per il reato di genocidio.

Questo è lo scandalo! Provo sdegno e vergogna: la più bieca delle realpolitik sta rassegnandosi al massacro di una popolazione giustificandolo con una “vendetta” di proporzioni catastrofiche verso un pur gravissimo e folle atto terroristico.

Un criminale nostro alleato gira il mondo, viene ricevuto con tutti gli onori dal presidente americano e insieme vaneggiano di cancellare la striscia di Gaza per farne un resort di lusso.

A proposito dei rapporti con Donald Trump, Giorgia Meloni dice di avere con il presidente americano un rapporto non succube: «Noi siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli USA, con lealtà ma senza subalternità».

Accettare senza battere ciglio l’ignobile connubio Trump-Netanyahu, reggere il moccolo agli accordi fra questi patentati delinquenti, rappresentano, quanto meno, un inaccettabile atteggiamento omertoso. Ma c’è di più, molto di più. Non abbiamo il coraggio di esprimere una politica degna di tale nome verso il problema palestinese, la madre di tutti i problemi riguardanti il medio oriente e non solo.

L’83% degli aiuti alimentari necessari non arriva a Gaza, rispetto al 34% del 2023. Questa riduzione significa che le persone nella Striscia sono passate da una media di due pasti al giorno a un solo pasto a giorni alterni. Si stima che entro la fine dell’anno circa 50.000 bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni necessiteranno urgentemente di cure per la malnutrizione.

Nuovi dati hanno rivelato l’entità dell’ostruzione degli aiuti e il conseguente drastico calo dei rifornimenti che entrano a Gaza. Ciò sta provocando un disastro umanitario, con l’intera popolazione della Striscia che affronta fame e malattie e quasi mezzo milione di persone a rischio di morire di fame.

Mentre gli attacchi militari israeliani si intensificano, per quasi un anno è stato sistematicamente bloccato l’ingresso di cibo salvavita, medicine, forniture mediche, carburante e tende nella Striscia. (Save the Children)

La mia coscienza si ribella, vomito nell’ampia scollatura di un governo italiano che sta superando ogni limite di decenza. Non è assolutamente vero che la politica estera italiana sia sempre stata così imbelle: è un falso storico, che le opportunistiche semplificazioni mediatiche ci propinano ad usum Meloni.