L’incontro alla Casa Nera

“L’Italia può essere il miglior alleato degli Stati Uniti se Meloni resta premier”, ha detto Trump. 

So benissimo che non è giusto isolare una frase dal contesto di quanto è stato detto in un incontro, che oltre tutto ha affrontato diversi argomenti. Tuttavia questa affermazione mi ha colpito e sconcertato.

Pur non essendo pregiudizialmente un filo-americano ho sempre considerato questo Paese come un punto di riferimento, nel bene e nel male, per la democrazia, così come l’alleanza dell’Italia con gli Usa un elemento storicamente irrinunciabile nei rapporti internazionali pur con tutti i sacrosanti diritti di critica e le necessarie prese di distanza.

Essere amici non vuol dire essere sempre e comunque d’accordo su tutto e per tutto: il bello dell’amicizia è proprio la reciproca possibilità di discutere e dissentire nella massima lealtà e correttezza.

Mi è pertanto arrivata come un pugno nello stomaco la esplicita subordinazione dell’alleanza alla presenza e alla permanenza di Giorgia Meloni a livello di premierato italiano. Dal momento che non mi sento affatto omogeneo ideologicamente e politicamente con lei, devo dedurne che non posso considerarmi amico degli Usa? Se volessi ribaltare il discorso dovrei cambiare drasticamente il mio sentimento verso gli Usa dal momento che considero il suo attuale presidente come un personaggio inqualificabile in libera uscita.

Che senso ha condizionare i rapporti di amicizia fra gi Stati alle qualità (?) dei loro governanti? Non dovrebbero prevalere l’amicizia fra i popoli e la storia delle relazioni internazionali? Dove vuol parare Trump con queste autentiche cazzate diplomatiche? Vuol forse fornire un assist a Giorgia Meloni per l’introduzione del suo premierato, che diventerebbe oltre che un obbrobrio istituzionale, una scellerata opzione ideologica con tanto di placet americano?

Mentre Trump deve capire che tra amici veri non sono ammesse subdole intromissioni, Meloni deve mettersi in testa che non è andata in visita ufficiale negli Usa come leader di Fratelli d’Italia, ma come Presidente del Consiglio. Per la verità tutto l’incontro stando ai comunicati e alle dichiarazioni è stato permeato da improprie reciproche concessioni: un incontro fra amici che si strizzano l’occhio.

Stupisce l’opportunismo dilagante che ha visto nell’evento un successo per Meloni e per l’Italia. Sarò prevenuto, ma io ho visto soltanto prove di sala per uno spettacolo mediatico di bassa lega che sta andando sciaguratamente in scena.

Mi sarà almeno concessa l’obiezione di coscienza di chiamarmi eticamente e politicamente fuori da questo ignobile connubio italo-americano, che mette in ridicolo il nostro Paese e lo condanna all’irrilevanza a tutti i livelli? Non ho bisogno di autorizzazione: vorrà dire che d’ora in avanti considererò gli Usa nemici dell’Italia per le interposte persone di Trump e Meloni, in attesa che cambino al più presto questi inqualificabili governanti.