Un’alternativa pacifista che Tarquinio sta provando a portare avanti anche in Parlamento, dove «stiamo lavorando per cercare di correggere la rotta dell’Unione in un momento in cui sta scegliendo la strada del riarmo dei singoli Stati europei, piuttosto che quella della costruzione di una dimensione comune su tutto, dal sociale alla difesa, che non è sinonimo di spesa militare, ma è anche azione diplomatica, cooperazione internazionale…» spiega.
Ho scelto questa dichiarazione di Marco Tarquinio, parlamentare europeo, per dare un senso politicamente compiuto al sacrosanto pacifismo, ridotto dai più realisti del re a mera, manierata e inconcludente espressione di dissenso globale.
In questi giorni mi è venuta spontanea una riflessione. Checché ne dica Giorgia Meloni (mi fa più pena che rabbia…), stiamo vivendo una catastrofe etico-culturale prima e più che politica. Rassegnarsi alla guerra, consegnare il potere alle armi, è l’espressione più clamorosa della deriva in cui stiamo sprofondando e che ci sta portando a considerare la politica (e la democrazia che ne dovrebbe costituire la traduzione istituzionale) come ostruzionistico giochetto per gli ingenui.
Fino ad ora ho vissuto (cercato di vivere) sulla base della fede cristiana coniugata con la politica (anche la professione politicizzata nonché il pensionamento dedicato al volontariato e alla scrittura impegnata), vale a dire l’attenzione e l’impegno alla società in particolare ai soggetti più deboli e fragili.
Purtroppo la politica non esiste più!? Rimane la fede, ma rischia la paralisi di fronte ad un sistema becero, camaleontico, inesorabile, che non ammette repliche. Anche il volontariato spesso fa da foglia di fico all’ingiustizia dominante.
Allora?
Ci stiamo preparando alla Pasqua: dobbiamo risorgere. Il sepolcro era buio e sigillato, ma le donne di prima mattina sono andate timorose e lo hanno trovato aperto. Cosa c’è di più buio e sigillato dell’odierno sepolcro globale. Eppure bisogna sforzarsi di andare a vedere cosa succede…
Mi sento molto vicino ai discepoli di Emmaus: per loro era tutto finito. Aveva vinto il potere! Ma si è fatto loro vicino uno strano viandante che la sapeva lunga. Fidiamoci di questo viandante e ripartiamo da Lui. Non parlava apparentemente di politica, ma di sacre scritture e di eucaristia. Cenò con loro e tutto risultò chiaro anche se problematico.
Chi è Donald Trump per rovinare tutto e toglierci la speranza dal punto di vista umano e politico? C’è qualcuno che è più forte di Trump. Chi è Giorgia Meloni per faci credere che tutto andrà bene dandola su al più forte. C’è qualcuno che è più coerente e credibile di Meloni e c.
Conviene fare affidamento in Lui, ripartire sempre da Lui: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi”.