La pentola catto-meloniana

Titolare degli Affari europei, delle Politiche di coesione e dell’attuazione del Pnrr, Tommaso Foti, ha letto con «grande attenzione» la lettera aperta della Conferenza episcopale italiana sulle aree interne e la considera un «contributo prezioso» rispetto a una questione «annosa» e «cruciale» per il Paese. Il ministro ha già risposto con una lettera diretta ai vescovi e li invita a un incontro per valutare le loro proposte. (dal quotidiano “Avvenire”)

C’è qualcosa che bolle nella pentola dei rapporti fra mondo cattolico e governo italiano? A portarla ad ebollizione ci ha pensato “Comunione e disperazione” con la solita sviolinata al potere rappresentato da Giorgia Meloni, che però va ben al di là di una leccata opportunistica arrivando ad una quasi-santificazione sull’altare ciellino.

Attenzione: si stanno incontrando due opportunismi, quello meloniano interessato a mettere i piedi nel piatto cattolico e quello del mondo cattolico convinto, gira e rigira, che la Chiesa deve stare alla “destra” del padre politicante.

L’intervista al ministro Foti di cui sopra è una conferma che qualcuno (persino Avvenire?) intende leggere e impostare la politica italiana con i rapporti (e)pistolari tra i “vescovoni” di bossiana memoria e i governanti neo-fascisti in cerca d’autore.

Alcuni (tanto per non fare nomi, Antonio Polito del Corriere della sera) si chiedono se Giorgia Meloni stia pensando ad una vera e propria conversione democristiana, altri (la curia romana?) pensano che Meloni valga bene una messa, altri ancora ritengono che possa trattarsi di un ricorso storico al passato tutto da precisare nei suoi contorni ma piuttosto preciso nei suoi intenti.

Di disgrazie ne abbiamo intorno parecchie, ma, se è vero che non vengono mai da sole, aggiungiamoci pure anche questa.