Compromessini e compromessoni

Si era proposto come uno “sceriffo” in grado di affrontare a muso duro quello che un tempo era l’inossidabile alleato americano e insieme fare i conti con una macchina di consensi come Alternative für Deutschland, il gruppo “sovranista-illiberale” di Alice Weidel che ad eccezione di Berlino miete consensi in tutti i Länder dell’ex-Ddr. Ma al posto di Wyatt Earp, l’eroe dell’Ok Corral, i tedeschi si sono ritrovati un Friedrich Merz passato per il rotto della cuffia alla seconda votazione dopo un’umiliante bastonatura al Bundestag. Uno sceriffo se non dimezzato, certo consapevole che la sua “Kleine Koalition” (“Grosse” è aggettivo esagerato per quell’affaticato sodalizio Cdu/Cs/Spd che i Linke, i verdi e la stessa Afd giudicano debolissimo) si regge su un pugno di voti – 325, solo 9 in più della maggioranza richiesta – che oggi c’è e domani non si sa. (dal quotidiano “Avvenire” – Giorgio Ferrari)

La situazione della Germania è emblematica dell’attuale contraddizione degli schieramenti politici: una destra che si sta vieppiù estremizzando in chiave antisistema; una sinistra che si allontana dai ceti popolari e non riesce a proporre soluzioni di governo rispetto ai problemi dell’immigrazione, delle nuove povertà in genere e della pace; le forze moderate che non riescono a scegliere con chi allearsi organicamente  in chiave democratica, oscillando fra le chimere demagogiche e le semplificazioni populiste e sovraniste della destra e  le verbose e deboli proposizioni della sinistra cosiddetta riformista piuttosto frammentata e impreparata.

La storia attuale richiederebbe una difficile e coraggiosa alleanza tra i liberal-conservatori e le sinistre e non un “compromessino” del tirare a campare tra finti moderati e finte sinistre per sbarrare comunque la strada alle pericolose e nostalgiche destre.

In Germania il compromessino, al di là dei numeri risicati, scricchiola ancor prima di entrare in funzione, messo in discussione dai franche tiratori al proprio interno, all’esterno dall’insoddisfazione delle sinistre più radicali e dalle pretese di una destra che sta trovando forti legami e appoggi a livello internazionale.

In Italia è stato trovato un concorrenziale compromessone a destra con un penoso reggimento di moccolo da parte moderata. Non so se sia più pericoloso il compromessino o il compromessone: il primo rischia di foraggiare elettoralmente le destre offrendo praterie di ingovernabilità; il secondo rischia di legittimare istituzionalmente le destre coprendone le magagne antidemocratiche.

Le sinistre, dentro o fuori dai giochi, stanno a guardare: aspettano che il Godot delle urne si converta al voto più o meno convinto, ma utile per rompere una pericolosissima deriva.

Su tutto grava la debolezza della politica che si allontana dai cittadini (astensionismo in crescita) e si appoggia alle forze tecno-mediatiche: una politica artificiale, assai poco intelligente per chi la subisce e molto astuta per chi la cavalca.