Non mi stanco di ricordare un significativo episodio che la dice lunga sugli attuali rapporti fra Ue e Usa. Nei giorni del referendum sulla Brexit, l’allora aspirante candidato repubblicano alle presidenziali americane, Donald Trump, dichiarò in Scozia: «Vedo un reale parallelo fra il voto per Brexit e la mia campagna negli Stati Uniti». Come riferiva a suo tempo Pietro Del Re, inviato di Repubblica, nel pub di John Muir a Edimburgo, quando Trump apparve in tv, tutti i clienti si avvicinarono allo schermo. Poi, cominciarono tutti assieme a urlargli insulti di ogni genere, il cui meno offensivo era senz’altro pig, porco. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere…
Oggi Trump, oltre che con stupide e insolenti provocazioni dirette, attacca l’Europa e il suo futuro con l’aiuto delle eminenze grige, Bannon e Musk, a suon di saluti nazi-fascisti. Non ho capito se questi gesti plateali vogliano sputtanare il passato dell’Europa o condizionarne il futuro: propendo per la seconda ipotesi.
Non ho parole per esprimere la mia incredula indignazione su quanto sta avvenendo negli Usa e conseguentemente negli equilibri internazionali con l’Europa messa in grave isolamento.
Che mi rende ancor più indignato è il possibilismo del governo italiano a fronte di questa perversa ondata politica proveniente da oltreoceano. Il trumpismo fa premio su quel poco di europeismo ancora presente nei nostri assurdi governanti.
Il discorso di Giorgia Meloni alla convention dei conservatori americani è un autentico capolavoro di cerchiobottismo per dire tutto e il suo contrario (dice en passant di rappresentare il popolo italiano: per quanto mi riguarda escludo categoricamente ogni e qualsiasi mandato con o senza rappresentanza).
«I nostri avversari sperano che Trump si allontani da noi» europei, ma, continua, «io lo conosco, è forte e efficace, scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l’Europa come distante, lontana, persa, io vi dico che non è così». E qui il lavoro di tessitura. «Io – incalza la premier – sono orgogliosa di essere europea: se chi si è arrabbiato» per le critiche del vicepresidente Vance «avesse mostrato lo stesso orgoglio quando l’Ue ha perso autonomia strategica legandosi a regimi autocratici o con l’immigrazione massiccia adesso vivremmo in una Europa più forte». (dal quotidiano “Avvenire”)
La premier fa il pesce in barile, si barcamena in modo penoso, oltre che per opportunismo internazionale, per convenienza di stabilità governativa: Matteo Salvini, dal suo bar leghista, non manca l’occasione per sparare cazzate trumpiane ed antieuropeiste.
In un governo possono esservi diverse sfumature politico-programmatiche, ma non radicali divergenze di politica estera e di collocazione internazionale del Paese. Non è possibile consegnare l’Italia nelle mani di un governo che ci sta facendo danzare sull’orlo del precipizio filo-trumpiano ed anti-europeo. Quando l’Europa sarà, anche per colpa nostra, irrimediabilmente indebolita oppure quando ci saremo messi di fatto nelle condizioni di essere fuori dall’Europa, a quale santo ci rivolgeremo? A Trump che magari dirà, come Jago ad Otello, che lui stava scherzando col sovranismo più o meno nazi-fascista e noi ci abbiamo creduto. Giorgia Meloni andrà alla Casa Bianca a chiedere aiuto e riceverà pernacchie di scherno dopo i traditi bacetti di Biden.
Cosa deve ancora succedere perché gli italiani si rendano conto di essere governati da una manica di imbecilli a cui, poco o tanto, hanno consegnato il Paese. Non avremo sicuramente il coraggio europeista degli scozzesi e magari nei bar italiani si applaudirà inizialmente alle porcate di Donald Trump.
Tutto il mal non vien per nuocere. Vuoi vedere che col tempo (speriamo breve) le porcherie trumpiane ci faranno bene nel senso che ci sveglieranno dal torpore in cui siamo sprofondati?
È nota la teoria che vuole insegnare a nuotare buttando in acqua chi non sa farlo e sperando che si dia una mossa. Credo che ci siano molte probabilità che il soggetto muoia affogato. Trump ci sta buttando nella sua acqua gelata e noi come stiamo reagendo: ci dibattiamo in attesa di essere salvati. Non da lui, per amor di Dio! Prima comunque ci vorrà qualcuno che ci tramortisca e poi si vedrà. Forse non ci resta che votarci a san De Gasperi…