La procura di Brescia ha messo a segno 25 arresti contro un presunto gruppo legato alla ‘ndrangheta e tra loro c’è anche una religiosa, suor Anna Donelli. La donna sarebbe stata “a disposizione del sodalizio per garantire il collegamento con i sodali detenuti in carcere”. Nell’ordinanza del tribunale si riporta una conversazione in carcere in cui uno degli arrestati afferma che la suora, che lavora nell’istituto penitenziario “è uno dei nostri” e ancora “se ti serve qualcosa dentro è dei nostri”. (adnkronos)
Posso avere dei dubbi sull’arresto di questa suora impegnata nell’assistenza ai carcerati? I miei dubbi si sono allargati ascoltando il garbatissimo e autorevolissimo commento di don Gino Rigoldi, sacerdote impegnato da tanto tempo sulla frontiera carceraria minorile e non solo. Ha spiegato come con i carcerati si debba stare molto attenti, perché spesso a chi dà loro una mano essi prendono il braccio. Figuriamoci i soggetti mafiosi… Non potrebbe darsi che suor Anna Donelli in buona fede e ingenuamente si sia prestata a fare qualche piccolo piacere a fin di bene a carcerati pronti ad approfittarne e a considerarla per ciò stesso una dei loro?
Non ho capito su quali prove si basi il provvedimento in questione. Mi auguro che ci sia qualcosa di più rispetto al millantato coinvolgimento nel sistema mafioso emergente dalle dichiarazioni di uno degli arrestati.
Non voglio pregiudizialmente assolvere una persona in quanto suora, purtroppo anche le suore possono sbagliare. Magari però succede come raccontava mio padre che nel suo ambiente ascoltava spesso pesantissimi giudizi sulle suore impegnate nell’assistenza all’infanzia abbandonata. Di fronte a questa paradossale intransigenza a senso unico, chiedeva provocatoriamente: “Cme mäi siv acsì cativ con il sôri e an dziv niènt pr’il madri chi an abandonä chi ragas li?”.
È plausibilissimo che questa suora sia caduta nella trappola, nel qual caso la vogliamo criminalizzare? Stai a vedere che in uno Stato dove della condizione carceraria non frega niente a nessuno, dove non si contano i suicidi tra i detenuti, si fanno le pulci ad una suora che si fa il mazzo visitando i carcerati.
C’è un detto parmigiano che recita così: “A fär dal ben aj äzon as ciapa dil zbarädi”. Una suora non deve fare questi strani calcoli, anche se gli asini nella nostra società sono troppi e fanno andar via la voglia di fare del bene.