L’ingestibile zeppa reazionaria

“Ad ogni giorno basta la sua pena”: il detto evangelico si attaglia perfettamente alla burrascosa vita governativa della premier Giorgia Meloni, la quale, dopo aver messo precipitosamente una pezza nuova (decreto sui Paesi sicuri) sul vestito vecchio (accordo con Albania per l’esportazione di migranti), è alle prese con un secondo sexgate al ministero della cultura (dopo il caso Boccia, il caso Spano).

Ho l’impressione che dietro le dimissioni del capo di gabinetto Francesco Spano ci sia un caso di conflitto di interessi (queste cose ormai si sprecano e non fanno più notizia), ma soprattutto una intolleranza della destra di Fratelli d’Italia (“Barbarico clima di mostrificazione” di cui parla il neoministro Giuli?)  verso le unioni omosessuali collocate nel bel mezzo della politica e considerate in netto contrasto con il “Dio-Patria-Famiglia” riassunto a programma ideologico.

Il ministro Giuli sfida Fratelli d’Italia: “Non mi faccio commissariare”. Colloquio a Palazzo Chigi con Mantovano dopo le tensioni, contrasti con il sottosegretario Fazzolari. Rissa sfiorata in Transatlantico tra la sorella del ministro e il dirigente di FdI Mollicone: «Mi minacci?» (dal quotidiano “La Stampa” – Francesco Olivo)

Questa rogna pseudoculturale scoppiata in Fratelli d’Italia se la dovrà grattare Giorgia Meloni: quando si raccattano a scopo elettorale le pulsioni reazionarie della destra, dalle nostalgie dei raduni neofascisti alle riesumazioni bigotte delle crociate omofobe, ai patriottismi xenofobi, diventa problematico fare sintesi politica e si resta in balia delle onde. Anche l’Europa sta problematicamente a guardare cosa sta succedendo (potrebbe farne le spese Raffaele Fitto).

Non si può essere tolleranti con i giovani sbandieratori fascisti, accoglienti con i movimentisti perbene del pro-vita e comprensivi con i razzisti riveduti e scorretti: una simile zeppa non regge alle esigenze di un programma di governo, che oltre tutto avrebbe l’ambizione di monopolizzare la cultura da destra.

Queste pulsioni ogni tanto esplodono e creano imbarazzanti e squalificanti casi. Oggi è la volta dei bacchettoni, ieri era quella dei fascistoni, ieri oggi e domani quella dei “razzistoni”. Buon lavoraccio signora Presidente!