La comica fiscale

Leggo in queste ore dichiarazioni fantasiose secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse che gravano sui cittadini. É falso. Questo lo facevano i governi di sinistra. Noi le tasse le abbassiamo come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite Iva. Voglio essere chiara ancora una volta. La cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, sostenere famiglie e imprese, non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini, nonostante dall’opposizione alcuni vorrebbero l’introduzione di patrimoniali o ulteriori imposte. Noi resteremo fedeli al nostro impegno: lavorare per una manovra che rilanci l’economia, migliori la vita degli italiani, senza chiedere loro nuovi sacrifici”. Così sui suoi canali social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. (Rai News.it)

Un tempo nelle sale cinematografiche, alla fine di un film drammatico, avventuroso o sentimentale, veniva proiettata una comica per alleggerire la tensione e per rimettere a posto l’umore degli spettatori. La situazione che stiamo vivendo nella realtà è decisamente drammatica e avventurosa (non ha purtroppo niente di sentimentale) e allora ecco spuntare il governo italiano che, per tenere alto il morale, ci fa assistere ad una vera e propria comica su un argomento di sicuro interessa per l’opinione pubblica: le tasse.

L’aspetto ridicolo non consiste tanto nella volontà governativa di abbassare le tasse, soprattutto ai ricchi e senza disturbare chi le tasse proprio non le paga, ma nel tira e molla fra ministri e partiti: in estrema sintesi Giorgia zittisce Giorgetti in mezzo ad uno squallido vociare politico.

La farsa è un genere di opera teatrale la cui struttura e trama sono basate su situazioni e personaggi stravaganti, anche se in generale viene mantenuto un certo realismo nei loro aspetti irrazionali. I temi e i personaggi possono essere di fantasia, però devono risultare credibili e verosimili. La definizione mutuata da Wikipedia si attaglia perfettamente all’attuale compagine governativa di destra: qualche ministro è o è stato incredibile e/o inverosimile (gli esempi sono sotto gli occhi di tutti).

È la stravaganza politica generale ciò che fa ridere per non piangere. L’Italia ha enormi problemi di bilancio, le risorse mancano a fronte di problemi enormi come sanità, istruzione, etc. etc. Ebbene, i cittadini vengono tranquillizzati sul fronte delle tasse, e qui la cosa ha già di per sé dell’incredibile, ma il bello viene dopo, perché, dal momento che in qualche modo i conti devono tornare, bisognerà tagliare le spese e sarà ancor peggio che aumentare le tasse.

La politica si riduce a “farsa psicologica”. Un soggetto che fa fatica ad avere i soldi per mangiare non viene aiutato dandogli qualche risorsa tolta magari a chi ne ha fin troppe, ma gli si fa balenare l’idea di mangiare meno, consolandolo col fatto che, se al potere ci fosse la sinistra, gli verrebbero tolti anche i pochi soldi che ha e dovrebbe digiunare di brutto.

La farsa però non ha limiti e si allarga a tutta l’azione di governo a livello interno e internazionale: non c’è argomento su cui esista una linea omogenea. Si marcia divisi per colpire uniti. Il cittadino-elettore, colpito da questa sorta di armata Brancaleone, ha la sensazione di essere premiato, vale a dire, quanto meno, preservato dal disastro di un eventuale sadico governo di sinistra.

Giorgia Meloni, i suoi ministri, i suoi sostenitori, i suoi ideologi (come Bocchino e Sechi tanto per non fare nomi…) partono sempre dal raffronto con l’opposizione di sinistra per dire: come sono cattivi e inconcludenti! Noi si che siamo bravi o almeno siamo migliori e soprattutto abbiamo e continueremo ad avere consenso e voti.

È una squadra che punta esclusivamente e goffamente a salvarsi in corner.  È un continuo rifacimento alla famosa gag del tenore contestato dal loggione, il quale se la cava brillantemente con un “sentirete il baritono…”.