Due dottori della guardia medica di Melito di Napoli sono stati aggrediti ieri sera da tre donne e due uomini dopo il rifiuto dei sanitari, un 31enne e una 38enne, di effettuare una visita domiciliare a un loro parente. Sul posto è intervenuta una pattuglia dei carabinieri. I due medici si sono recati autonomamente al pronto soccorso dell’ospedale di Giugliano in Campania per lievi ferite alla testa e al collo. L’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate sul suo profilo Facebook ha diffuso un video dell’accaduto. (dal quotidiano “La Stampa”)
Da tempo ho la sensazione che ai consensi di facciata verso l’attuale assetto governativo faccia da contraltare una forte insoddisfazione innescata soprattutto dalla grave situazione del sistema sanitario. Mi sono da tempo detto: prima o poi qualcosa dovrà capitare sul piano sociale.
Sta capitando e sta prendendo una brutta piega: purtroppo la protesta, non riuscendo a trovare sbocchi politici (la sinistra) e sociali (il sindacato), si sfoga in una sorta di ribellismo, che rischia di essere fine a se stesso o addirittura controproducente con la sbrigativa criminalizzazione di chi si lascia tentare dalla violenza.
Le tre forze della sinistra politica non sono credibili agli occhi della gente esasperata, che non ha più pazienza di aspettare il Godot dell’alternativa. Anziché creare i presupposti per un cambiamento politico, l’insoddisfazione rischia di provocare politiche ulteriormente reazionarie e repressive. C’è di che preoccuparsi seriamente.
Non è un caso che questi episodi di ribellismo avvengano in meridione laddove la conflittualità soffre particolari condizioni esplosive. Anche la prospettiva del regionalismo esasperato e discriminatorio offre un facile detonatore per le bombe sociali in attesa di esplodere. Non è detto che il fenomeno non possa allargarsi ad altre zone e ad altre problematiche.
É grande lo sconcerto per l’alluvione che si è accanita contro la popolazione romagnola. Ad essa si aggiunge l’agghiacciante polemica politica dello scaricabarile. Di questo passo ai cittadini disperati ed esasperati potrebbe rimanere solo la ribellione contro i pubblici poteri. All’indomani di un terremoto, davanti all’inerzia dei soccorritori, l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini non esitò a schierarsi dalla parte della gente contro le Istituzioni che non svolgevano il loro ruolo. Fu grande polemica, ma, come si dice, quando ci vuole ci vuole. Non mi dispiacerebbe che Sergio Mattarella alzasse la sua voce contro l’indegna gazzarra politica che si sta verificando: i problemi sono enormi e davanti ad essi il senso di responsabilità dovrebbe prevalere.
Conversando con un amico mi è venuto spontaneo un impossibile paragone. Moro al governo e Berlinguer all’opposizione non avrebbero mai dato un simile triste spettacolo come quello al quale stiamo assistendo. Ma, come noto, io sono un incallito nostalgico. Non insisto su questo tasto. In politica ho visto di tutto, ma allora c’era un limite a tutto. Oggi no!
Speriamo che la solidarietà fra la gente faccia scudo alle tentazioni ribellistiche che oso prospettare.
Sarebbe infatti più qualunquista la popolazione romagnola che smettesse di pagare le tasse e di osservare le regole oppure chi governa e litiga sulle colpe da assegnare al centro e alla periferia?
Di fronte a queste situazioni drammatiche la sinistra non può discutere sul sesso dei propri angeli, giocare a nascondino all’interno dei propri penosi recinti e non deve quindi dare l’idea dell’impotenza. Ha una grande responsabilità! Quella di comprendere, rappresentare e indirizzare il malcontento. E lo deve fare in fretta dando segnali concreti di interesse ed impegno. Altrimenti… La storia insegna che quando la sinistra non riesce a interpretare la società che soffre, questo vuoto viene riempito dalla demagogia di destra (leggi fascismo o roba del genere) o di sinistra (leggi terrorismo e/o violenza di piazza): oltre tutto le due derive si intersecano e finiscono col sostenersi a vicenda.
Fin qui la cruda realtà socio-politica. Poi, se dall’inferno della sanità terra-terra, ci spostiamo nel paradiso della sanità scientifica le cose cambiano.
Policlinico Gemelli (primo in Italia), Ieo, Rizzoli, Bambino Gesù, Monzino, San Raffaele, Gaslini: è la sanità italiana ai vertici. La classifica globale di Newsweek premia le eccellenze. Il Policlinico Gemelli di Roma è il miglior ospedale italiano per Ginecologia e Ostetricia, Gastroenterologia e Pneumologia secondo la classifica di Newsweek, collocandosi nella classifica mondiale al quarto posto nel settore Ginecologia e all’ottavo posto per la Gastroenterologia. Sia la Ginecologia che la Gastroenterologia del Gemelli risultano inoltre prime tra i Paesi dell’Unione europea. A certificarlo è la classifica sui migliori ospedali per specialità – la World’s Best Specialized Hospitals 2025 – stilata dal magazine americano “Newsweek” e giunta alla quita edizione, in collaborazione con Statista, una piattaforma di intelligence di dati globali.
Italia ai primi posti anche per l’oncologia: l’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano si colloca al nono posto a livello mondiale, al decimo l’Istituto nazionale tumori (Milano) e all’undicesimo ancora il Gemelli. Per la Cardiologia e la Cardiochirurgia, il primo classificato tra gli ospedali italiani è il Centro cardiologico Monzino (Milano), all’undicesimo posto nella classifica mondiale per la Cardiologia (mentre al 12° c’è l’Istituto San Raffaele di Milano) e al 23/mo per la Cardiochirurgia. Per l’Ortopedia l’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna è al nono posto a livello mondiale. E ancora: per la Pediatria il sesto posto nella classifica mondiale è occupato dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, seguito al settimo posto dall’Istituto Giannina Gaslini di Genova. (dal quotidiano “Avvenire”)
Sono i misteri della nostra società. Alla miseria galoppante attestata dal crescente ricorso alle mense della carità rispondono la corsa agli “apericena” e l’assalto a ristoranti e pizzerie. Alla moltitudine dei poveracci che non si possono permettere nemmeno uno straccio di vacanza si contrappongono strade ed autostrade scoppiettanti di traffico vacanziero. La crisi dell’industria automobilistica si scontra con i tempi biblici di consegna delle auto a chi ha la possibilità di comprarle. L’occupazione cresce e il livello economico di vita cala. Ai misteri della fede si aggiungono quelli socio-economici. Forse si tratta dell’inganno globale della società capitalistica che ha i secoli contati. Dicono che anche gli immigrati rimangano vittime di questo inganno, con la differenza che loro sono disperati e noi siamo rincoglioniti e ci accontentiamo delle briciole paradisiache che cadono dalla tavola del benessere virtuale.