Il portecotonismo Rai è senza limiti

Questa è troppo bella perché me la lasci sfuggire e per non farla oggetto di un bis al commento odierno ai fatti del giorno. Chiedo scusa per questa esagerazione, ma non posso starmene buono e zitto.

Alle dodici e trenta circa di oggi 23 marzo 2024 stavo guardando su rai news 24 la giornaliera rubrica dedicata allo sport: si parlava soprattutto delle nazionali di calcio, ma anche del caso Acerbi/Juan Jesus. Improvvisamente la trasmissione è stata interrotta per dare la linea alla regia: con le arie che tirano temevo potesse trattarsi di notizie bellico-terroristiche, invece, udite-udite, appare sul video la sorella di Giorgia Meloni, capo segreteria di Fratelli d’Italia, che stava intervenendo al congresso della federazione romana del partito.

Sembrava quasi la controfigura di Giorgia: la stessa voce, lo stesso modo di parlare, lo stesso accento romanesco, lo stesso insopportabile e presuntuoso piglio. Se uno avesse chiuso gli occhi, avrebbe ascoltato la premier né più né meno. Fin qui niente di strano: la somiglianza fra sorelle può arrivare a tanto. Un po’ meno normale che una politica di alto bordo piazzi un famigliare a controllare il partito: roba da regime!

Non ho capito cosa stesse dicendo, ero troppo sorpreso dal comportamento della Rai, che interrompeva una sua trasmissione per fare capolino in un congresso locale di partito mentre sta intervenendo la sorella della capa: per Giorgia Meloni si tratta di un paradossale caso di nepotismo, diretto o per interposta Rai, peraltro di pessimo gusto.

Per la Rai si tratta di un clamoroso caso di “portecotonismo”, vale a dire di assistenza al capo durante la soddisfazione dei suoi bisogni naturali. Chiarisco meglio andando a prestito da Vincenzo Cerami: “Ai tempi di Luigi XIV c’era una classe di persone privilegiate che venivano chiamate “porte-coton”. Di chi si trattava? Di nobili che avevano il privilegio di pulire il culo del re con un batuffolo di bambagia dopo che questi aveva fatto la cacca”.

Che ce ne sia qualcuno anche ora in Italia, mi sembra un’ipotesi molto plausibile. Tutto però dovrebbe avere un limite. Si dice che Enrico Berlinguer non volesse assolutamente che sua figlia Bianca andasse a lavorare in Rai. Diceva: dirrebbero che ti ci ho messo io e di conseguenza io farei la figura del nepotista e tu la figura della raccomandata di ferro. Altra statura morale e culturale.

Oggi non c’è più alcun ritegno e nessuno si scandalizza. E io pago il canone Rai per compensare i porte-coton e per dare spazio mediatico non solo a Giorgia Meloni, ma anche a sua sorella?! Beh, che la politica raggiungesse queste bassezze non lo avrei immaginato. Dopo che suo marito si è fatto compatire a Mediaset, sua sorella si fa compatire in Rai per eccesso di zelo televisivo, mentre suo cognato si fa compatire in treno. E gli italiani si fanno compatire in cabina elettorale.

I Meloni impazzano e gli italiani vengono omaggiati di batuffoli di bambagia per ogni evenienza. Sembra che circa un 26 per cento degli elettori accetti il giochino. Viva Giorgia Meloni e famiglia, viva la Rai, viva la Repubblica (che assomiglia tanto a una monarchia assoluta)!