I ricordi ci devono interrogare sul presente

Quest’anno la celebrazione della giornata della Memoria impone uno scomodo ma onesto, un profondo ma drammatico interrogativo: come è possibile che i governanti dello Stato che rappresenta e guida un popolo che ha sofferto il più grande ed efferato sterminio della storia possano cadere nella trappola mortale di reagire alla violenza subita in questo periodo con un altro seppur diverso sterminio, quello verso la popolazione civile palestinese?

Non bastano le analisi storiche e geopolitiche a giustificare l’eccesso, quanto meno colposo, nella legittima difesa israeliana contro Hamas. Non è il caso di infierire andando alla ricerca di ingiustizie perpetrate da decenni verso il popolo palestinese e di subdoli complotti effettuati in nome della realpolitik: dovrebbe bastare infatti la memoria di quanto subito nella Shoah per evitare di ripetere anche in minima parte errori che la storia dovrebbe avere archiviato definitivamente.

Israele sta combattendo i terroristi di Hamas, non la popolazione palestinese”, che quindi secondo questa impostazione sarebbe una vittima collaterale della guerra ad Hamas. Che l’estrema destra israeliana sogni una Palestina senza palestinesi in realtà non è una novità, ma anche volendo prendere per buona la tesi degli “effetti collaterali”, è del tutto evidente che Netanyahu e il suo governo non si sono posti nessun limite e che l’obiettivo dichiarato – distruggere Hamas – verrà perseguito a qualunque costo. E già questa è una palese violazione del diritto di guerra e del diritto internazionale, che invece richiedono di soppesare in maniera molto accurata le conseguenze sui civili di ogni azione militare.

Immaginate che un terrorista si barrichi in una scuola usando bambini e insegnanti come scudi umani: chi di noi accetterebbe che venga sganciata una bomba su quella scuola per uccidere quel terrorista, essendo perfettamente consapevoli che questo causerà la morte certa anche di tutta la comunità scolastica? Chi di noi accetterebbe la tesi degli inevitabili effetti collaterali in questo caso? Solo se considerassimo le vite di quei bambini e di quegli insegnanti di nessun valore, potremmo sostenere una simile tesi. (Micro Mega- Cinzia Sciuto)

La guerra contro Il terrorismo non può essere l’alibi dietro cui nascondere volontà egemoniche e azioni belliche ingiustificabili. Non c’è occhio per occhio che tenga: questa logica è rovinosa e va fermata. Il fatto che dietro le politiche intransigenti di Israele ci sia l’influenza dei capi religioso ebrei aggrava ulteriormente la situazione dandole una ulteriore luce sconvolgente.

Oltre tutto il comportamento a dir poco sproporzionato di Israele innesca incredibili ma diffuse nostalgie antisemitiche nonché paradossali simpatie verso Hamas e le scorciatoie terroristiche.

L’auspicio è che i ricordi tremendi possano esorcizzare un futuro diversamente orrendo. Che tutti nelle loro coscienze condannino un passato tragico, ma mettano anche un alt a qualsiasi “scherzo” in capo alla storia futura.