Dalle scomuniche alle orazioni funebri

Ho apprezzato convintamente la partecipazione in qualità di oratore del cardinal Gianfranco Ravasi ai funerali civili di Giorgio Napolitano. A questa decisione aveva peraltro fatto da apripista papa Francesco col suo silente omaggio alla salma dell’ex-presidente della Repubblica.

Niente da ridire, anzi tutta la mia soddisfazione per la caduta di steccati ideologici e religiosi. Mi resta in gola il rammarico per quando facevo politica ed ero considerato un “comunistello” di sagrestia per il fatto che osavo dialogare con i comunisti. Come passa il tempo…Ora la sagrestia si allarga ed entra a palazzo Madama e palazzo Montecitorio. Ne sono soddisfatto anche se non rimborsato.

A tale proposito mi viene spontaneo ripercorre il dramma di Piergiorgio Welby e di sua moglie Mina. Pensate, dopo anni di sofferenze indicibili, un uomo, oltre tutto credente, decide di smettere di vegetare e intende morire delicatamente: non si può fare perché i politici “leccapreti” non gradiscono e intendono assecondare il dogmatismo cattolico per guadagnarsi qualche sporco voto clericale. Nemmeno la consolazione del funerale religioso, negata dall’allora potentissimo vicario di Roma, cardinale Camillo Ruini, concessa peraltro a grandi delinquenti politici e mafiosi (si pensi a Enrico De Pedis, detto ‘Renatino’, il capo della Banda della Magliana, sepolto in una sontuosa tomba nella basilica romana di Sant’Apollinare).

La Chiesa è una specialista nell’applicazione di diversi pesi e misure a seconda dei tempi e delle persone. Mi si dirà che cambiano i papi, i cardinali e i vescovi e quindi…Il Vangelo però è sempre lì e non potrebbe essere stiracchiato a seconda delle epoche e dei momenti storici. Per mia coraggiosa fortuna nella vita non mi sono fatto condizionare dagli indirizzi della gerarchia e ho cercato di privilegiare la mia coscienza: avrò senz’altro sbagliato e pagherò, ma questo è un altro discorso.

Un tempo i comunisti erano scomunicati oggi gli ex-comunisti vengono onorati e seppur laicamente incensati. Un tempo si arrivava a tollerare fascismo e mafia in chiave anticomunista. Un tempo era vietato partecipare ai funerali civili e non si concedeva il funerale religioso alle persone suicidate. Un tempo i giovani non potevano andare a ballare, le ragazze dovevano portare le calze anche d’estate e via discorrendo.

Ho una grande ammirazione per il cardinal Ravasi proprio perché a lui riconosco la capacità di dialogare a livello culturale con i non credenti, quindi la sua presenza al feretro di Napolitano è stata cosa buona e giusta. Gradirei però che venisse accompagnata dall’ammissione di tante colpe commesse nel passato, anche piuttosto recente e dalla revisione critica di tanto dogmatismo ancora presente nella Chiesa cattolica.