La miseria chiusa per ferie

Quasi un milione di famiglie italiane fa fatica a pagare mutui e prestiti. Una situazione di difficoltà che si sta estendendo a macchia d’olio lungo tutto il Paese.

L’analisi sul totale dei crediti deteriorati delle banche riconducibili a nuclei familiari è frutto di elaborazioni della Fabi su statistiche della Banca d’Italia e la somma delle rate non pagate è pari a 14,9 miliardi di euro. La Federazione autonoma bancari indica tra i motivi delle insolvenze “l’aumento del costo del denaro, l’incremento dei tassi e la corsa dell’inflazione”. 

Tutti fattori che “riducono il reddito disponibile e mettono in difficoltà i clienti delle banche nel rispettare le scadenze relative ai finanziamenti”. (Rai news) 

Queste allarmanti notizie rendono ancora più misterioso il rapporto tra povertà e difficolta economiche da una parte e corsa alle vacanze dall’altra. I casi sono due: o in vacanza ci vanno solo coloro che non soffrono per le difficoltà economiche (eventualità che mi lascia molto perplesso vista l’entità dell’ondata vacanziera) oppure, come sostiene l’autorevole sociologo Giuseppe De Rita, le difficoltà economiche non spingono la gente né a scendere in piazza né a sacrificarsi più di tanto, ma ad arrangiarsi in qualche modo.

L’arte di arrangiarsi, tanto decantata caratteristica tipica del popolo italiano, rende ancor più grave la situazione, perché la nasconde dal punto di vista sociale e ne preclude la funzione di massa critica nei confronti della politica. I panni sporchi si lavano in casa, si diceva un tempo, ora questo adagio può essere commutato in “le imbarazzanti povertà si vivono in famiglia”.

La politica infatti sembra non mettere a fuoco il problema anche perché nessuno glielo sottopone con la necessaria drammaticità: ormai forse è scattato il meccanismo della inutilità della politica e quindi tanto vale starsene zitti, non protestare, accettare quel che passa il convento e…arrangiarsi. Si tratta di un qualunquismo complesso e molto pericoloso.

La destra copre i suoi svarioni istituzionali con qualche piatto di lenticchie distribuito per accontentare il proprio elettorato, ma soprattutto per rimandare al mittente le critiche provenienti da sinistra allorquando da questa sponda si osa gridare all’attentato alla Costituzione. Chi ascolta attentamente le dichiarazioni degli esponenti di partito avrà notato che non entrano mai nel merito dei problemi, non fosse altro almeno per ammetterli, ma si limitano a recitare il ritornello: “Noi sì che siamo bravi non come loro che…”. È lo schema adottato dal fariseo nella sua preghiera davanti a Dio. E sembra funzionare. Fino a quando?

Se nemmeno il dimagrimento del portafoglio induce ad esercitare un minimo di spirito critico e di protesta, non so cosa debba succedere per svegliare l’italian che dorme. Nel frattempo tutti al mare a mostrar le chiappi chiare e smunte. Meglio così: non c’è bisogno di prove costume con diete last minute. Ci penseremo al ritorno dalle vacanze, cioè mai e chi ci lascerà le penne…